
Poco più di un’ora per approvare il decreto Lavoro, fortemente contestato dai sindacati. Il Consiglio dei Ministri indetto per il 1 maggio si è svolto regolarmente, nonostante la forte opposizione dei sindacati, che hanno contestato le ragioni della scelta.
Il testo prevede il taglio del cuneo fiscale e contributivo per cinque mesi e non 8 come prospettato inizialmente. L’esonero in busta paga dal 1 luglio passa da 3 a 7 punti per i redditi sino a 25 mila euro, e da due a sei punti per i redditi sino a 35mila euro. Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro solo per il 2023.
Dal 1 gennaio arriva l’assegno di inclusione, la misura voluta dal Governo in sostituzione del reddito di cittadinanza. Sostiene le famiglie con disabili, minori o over-60. Potrà arrivare a 500 euro al mese – 630 euro se composta da over 67 o con disabili gravi – , cui aggiungere 280 euro mensili se vivono in affitto. L’assegno di inclusione verrà introdotto dal 1 gennaio 2024. Sono previsti sgravi fiscali per le imprese che assumono beneficiari dell’assegno di inclusione e corsi di formazione, con rimborso di 350 euro mensili. Si alza da 10 a 15 mila euro la soglia dei voucher, mentre decadono molti vincoli per i rinnovi dei contratti a tempo determinato.
Michele Paldera