Avrebbe frodato il fisco per quattro anni, aiutato da un ingegnere informatico che avrebbe predisposto una piattaforma gestionale per nascondere i compensi percepiti. I militari della Guardia di finanza di Bari hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per 300mila euro, nei confronti di un odontoiatra di Orta Nova, nel Foggiano, e di un imprenditore del settore informatico di Palo del Colle, in provincia di Bari. I beni sono risultati essere il profitto di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici per gli anni d’imposta dal 2016 al 2020, Nei confronti dell’informatico indagato è stata applicata anche la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione, nonché della sospensione dall’esercizio di uffici direttivi di società e imprese per un anno. L’ordinanza – emessa dal gip del Tribunale di Foggia, su
richiesta della procura – è giunta al termine delle indagini dei finanzieri che avrebbero accertato che l’odontoiatra avrebbe omesso di indicare nelle dichiarazioni fiscali parte dei compensi percepiti utilizzando un programma gestionale, fornito dall’ingegnere informatico barese, per la tenuta di un sistema di contabilità parallelo e occulto affiancato a quello ufficiale. In particolare, dalle indagini e’ emerso che il software avrebbe consentito il mantenimento di due distinti archivi informatici: uno “interno”, definito “gestionale”, contenente i dati “in chiaro”, ossia quelli cui seguiva l’emissione della relativa fattura fiscale; uno “esterno”, chiamato “storico”, memorizzato su supporti esterni facilmente rimovibili ( come pendrive e hard disk) idoneo a raccogliere i dati nella loro totalita’ e, dunque, anche quelli relativi alle operazioni non annotate nella contabilita’ ufficiale del professionista. A tali informazioni l’odontoiatra avrebbe avuto accesso dalla maschera della scheda anagrafica dei pazienti con la semplice pressione del tasto F12 della tastiera digitando una password, nella disponibilita’ del titolare dello studio medico, che fornisce i privilegi di amministratore. Sintomatici, in proposito, sarebbero taluni espliciti riferimenti nelle conversazioni estrapolate dalle chat acquisite nel corso delle indagini alla “doppia contabilita’”. Significativi elementi di riscontro sono stati acquisiti, inoltre, dalle informazioni rese dai pazienti sentiti dagli investigatori che hanno dichiarato di aver versato importi in contanti per le prestazioni sanitarie ricevute, senza il rilascio della prescritta documentazione fiscale.
Stefania Losito