A Rimini il primo provvedimento che applica la cosiddetta legge Roccella che rafforza le norme del Codice Rosso per la tutela delle vittime di violenza e le norme di prevenzione. La legge è entrata in vigore alla mezzanotte dell’8 dicembre e ieri il sostituto procuratore riminese, Davide Ercolani, ha emesso un decreto di divieto di avvicinamento a meno di mille metri a carico di un 49enne originario di Alba, nel Cuneese, indagato per violenza privata e atti persecutori nei confronti dell’ex compagna.
L’uomo, dopo essere uscito dal carcere dove ha scontato una pena per stalking, ieri ha tentato nuovamente di aggredire l’ex moglie. Dopo aver individuato l’auto della compagna nel traffico, le si è affiancato tentando di sfondare il finestrino dell’auto. A evitare il peggio la reazione tempestiva della donna che si è rifugiata in una stazione di carburante. da qui ha chiamato i carabinieri che sono intervenuti denunciando l’uomo e applicando il relativo provvedimento. Un “plauso alle forze dell’ordine e alla procura – ha commentato il legale della donna, Giuliano Renzi – che hanno agito celermente per mettere in sicurezza la persona offesa e bloccare sul nascere comportamenti violenti”.
LA LEGGE ROCCELLA – La legge approvata all’unanimità prevede il potenziamento delle misure di prevenzione e il rafforzamento di quelle di protezione, anche contro i cosiddetti “reati spia”, per esempio percosse, lesione personale, minaccia grave, atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, violazione di domicilio. Ad esempio, tra i provvedimenti c’è l’ammonimento con cui il questore può sequestrare eventuali armi pur legalmente possedute dalla persona destinataria dell’ammonimento e procedere d’ufficio senza il bisogno di una querela.
Tra le misure di protezione della vittima c’è il divieto di avvicinamento per almeno 500 metri, un obbligo che può far ricorso – per il controllo – al braccialetto elettronico, la cui procedura di applicazione viene rafforzata.
Con la nuova legge il pm dovrà richiedere eventuali misure cautelari da applicare entro 30 giorni dal momento in cui sono iniziate le indagini e il giudice dovrà decidere nei successivi 30 giorni.
Esiste anche la nuova figura dell’arresto in flagranza “differita”: si potrà arrestare una persona dimostrando i suoi comportamenti anche attraverso documentazioni video, audio o chat, purché non si superino le 48 ore dai fatti.
Stefania Losito