C’è anche il poliziotto Alessandro Ardone tra le 15 persone arrestate nelle scorse ore dalla Guardia di finanza di Cerignola, nel Foggiano, perché coinvolte in una presunta truffa milionaria su falsi braccianti agricoli scoperta grazie ad
indagini partite nel 2021. L’organizzazione si avvaleva di un’articolata rete formata da italiani ed extracomunitari dislocati in Italia e all’estero. Venti le misure cautelari eseguite complessivamente.
Ardone, attualmente in servizio presso la polizia stradale e in precedenza presso il commissariato di polizia di Cerignola, è finito in carcere: risponde di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso in atto pubblico e peculato perché – in due occasioni – avrebbe utilizzato l’auto di servizio per consegnare somme di denaro ai promotori della frode. Secondo gli inquirenti i promotori della frode sono Antonio Da Bellonio (imprenditore agricolo) e Antonio Reddavide. Questi ultimi sono stati arrestati con l’ex funzionario dell’Inps, Celestino Capolongo, attualmente in carica come consigliere comunale a Cerignola; Onorato D’amato, consigliere comunale a Poggio Imperiale ed ex funzionario prefettizio; il commercialista Michele Pastore, e il responsabile di un Caf, Michele Lasalvia.
La presunta truffa da cinque milioni di euro scoperta è legata alla fittizia assunzione di centinaia di falsi braccianti agricoli e al loro ingresso in Italia per motivi lavorativi. Undici indagati sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari, uno è stato sottoposto al divieto di dimora nella provincia di Foggia e quattro a misure interdittive dell’esercizio delle attività
imprenditoriali. Gli indagati raggiunti da provvedimenti cautelari sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, peculato, riciclaggio, falso in atto pubblico, contraffazione di sigilli e traffico di influenze illecite. Sono stati eseguiti sequestri per cinque milioni.
Due i filoni dell’indagine coordinata dalla Procura di Foggia: il primo riguarda una presunta truffa previdenziale ed
assistenziale compiuta da quattro società ‘fantasma’ e relativa all’assunzione di 647 falsi braccianti agricoli e sussidi
(disoccupazione agricola, assegni familiari, malattia e maternità) indebitamente percepiti per due milioni di euro; il
secondo riguarda l’aver favorito, dietro pagamento di somme di denaro, l’ingresso nel territorio nazionale di extracomunitari mediante false assunzioni.
Il primo filone investigativo ha portato all’arresto (in carcere) di un imprenditore agricolo che, grazie alla collaborazione di un consulente fiscale e del lavoro, posto ai arresti domiciliari, avrebbe creato imprese agricole ‘fantasma’ e perfezionato le assunzioni dei braccianti con la complicità – secondo l’accusa – del responsabile del Caf di Cerignola e di un altro indagato, finiti rispettivamente ai domiciliari e in carcere. Il Caf si avvaleva, in caso di problemi, della complicità di un funzionario dell’Inps, posto ai domiciliari.
Parallelo a questo filone è quello relativo all’ingresso in Italia di cittadini extracomunitari (che versavano 3000 euro
ciascuno) a fronte di assunzioni fasulle, sempre messo in atto da società ‘fantasma’ che avrebbero chiesto l’assunzione di 337 lavoratori extracomunitari beneficiando del decreto Flussi. Da qui la contestazione del realto di favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina. Le altre misure riguardano nove procacciatori sia italiani che extracomunitari.
Il sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, chiarisce in una nota che, nonostante l’arresto del consigliere comunale di maggioranza Capolongo, “i fatti contestati non riguardano comunque l’attività amministrativa” e che “in ogni caso sarà in tempi brevi valutato ogni aspetto politico della vicenda”. Infine il sindaco auspica che “l’interessato possa dimostrare la sua estraneità ai fatti”.
Stefania Losito