L’Italia non e’ condannata alla stagnazione e può tornare a crescere ma l’economia soffre ancora di “problemi gravi” e il “fardello” dell’alto debito pubblico, unito al calo demografico e al ritardo del Mezzogiorno, frenano la ripresa. La strada da percorrere è dunque quella delle riforme, del rilancio della produttività, degli investimenti e dell’innovazione, della lotta agli sprechi e all’evasione fiscale nonché dell’integrazione dei migranti regolari che danno spinta all’occupazione.
Il Sud ha potenzialità e vitalità: lo dimostra il fatto che dopo la crisi causata dall’epidemia – dice Panetta – si è registrata una importante ripresa dell’economia italiana che è stata di intensità superiore sia alle previsioni sia rispetto a quella registrata in altri paesi europei, una ripresa che è stata intensa anche nel Mezzogiorno.
“Non dobbiamo farci illusioni: la nostra economia soffre ancora di problemi gravi, alcuni radicati e di difficile soluzione. Il ritardo economico del Mezzogiorno e l’elevato debito pubblico sono questioni ineludibili per la politica economica”, ha osservato Panetta ma “l’agenda e’ chiara” e “va realizzata per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l’Europa contare nel mondo”.
Meno nati, meno impiegati. La popolazione italiana continua a diminuire, con le conseguenze immediate che si fanno sentire sulla forza lavoro necessaria ad alimentare la macchina produttiva e, inevitabilmente, anche sulla performance
dell’economia. In più molti dei nostri giovani se ne vanno all’estero in cerca condizioni di lavoro migliori. E’ per questo
che il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, al suo debutto nella riunione annuale a Palazzo Koch, ha individuato come possibile contributo per rimpolpare le fila degli occupati in Italia l’idea di puntare sugli immigrati,
i cui flussi, dice, vanno gestiti a livello europeo. “Ci vogliono più immigrati ma regolari” gli ha fatto eco il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini secondo il quale “il problema è che sono arrivati decine di migliaia di migranti irregolari”. Tra le fila dell’ opposizione, invece, Andrea Orlando del Pd sostiene che “è un po’ la scoperta dell’acqua calda, è chiaro che noi abbiamo un trend demografico il quale non basta a mantenere né la nostra capacità produttiva,
né il nostro sistema previdenziale”.
A sostegno della sua tesi Panetta ha fatto propri una serie di dati dell’Istat che vedono, da qui al 2040, il numero di
persone in età lavorativa diminuire di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso dall’estero di 170.000 persone l’anno. Una contrazione che si tradurrebbe “in un calo del Pil del 13%”. La diminuzione, secondo i dati di Bankitalia, “sarebbe in parte attenuata se il saldo migratorio netto con l’estero rimanesse in linea con quanto osservato nell’ultimo biennio (267.000 persone all’anno)”.
La partecipazione al mercato del lavoro, attualmente al 66,7%, resta di 8 punti percentuali inferiore alla media di
Eurolandia. E se il divario non è ampio per gli uomini, la situazione si fa più complessa per giovani e donne per i quali
il divario sale a 13 punti percentuali. Tra i giovani, in particolare quelli laureati, c’è una generale tendenza a
preferire l’estero per trovare lavoro. Tra il 2008 e il 2022 ne sono emigrati 525.000 e “solo un terzo di essi è tornato in
Italia”, di fatto depauperando la struttura economia del paese.
Ma sembrano scelte giustificate anche dall’andamento dei salari visto che “i redditi orari dei lavoratori dipendenti – ha
spiegato – sono oggi inferiori a quelli di Francia e Germania” mentre il reddito reale disponibile pro capite delle famiglie è fermo al 2000″. Oltre al nodo giovani, c’è poi quello dell’occupazione femminile, ferma al 52,5% complice il fatto che per le donne conciliare lavoro e famiglia resta tutt’oggi complicato.
Panetta, nelle considerazioni finali, ha parlato a braccio, abbandonando il copione del discorso scritto e facendo spontanee considerazioni sul dato sull’inflazione: “E’ in linea con le nostre previsioni e le aspettative dei mercati”. E nelle considerazioni finali ha usato parole da ‘colomba’, con i ‘falchi’ che invece da giorni chiedono una frenata sui tassi: “si profila un allentamento delle condizioni monetarie”, nel quale “bisognerà considerare che un’azione tempestiva e graduale permetterà di contenere la volatilità macroeconomica rispetto a un’azione tardiva e precipitosa”.
Stefania Losito