La mafia è la quarta industria del Paese, dopo Eni, Enel e Gestore servizi energetici (Gse), con 150mila imprese nell’orbità della criminalità organizzata. Il volume d’affari annuo delle mafie italiane si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno, due punti di prodotto interno lordo. A calcolarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. In Puglia sono 7.444 le imprese in odore di mafia, 863 in Basilicata. A Bari e Foggia si tratta del 2-3% di realtà locali, nel resto delle province dell’1-2%. Oltre tremila le aziende a rischio a Bari, che risulta ottava in graduatoria.
La Cgia indica che le attività più a rischio sono quelle presenti nelle grandi aree metropolitane. Tra i principali ambiti di interesse ci sarebbe il narcotraffico, il traffico d’armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, gli appalti pubblici, le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo, l’usura, il contrabbando di sigarette e la prostituzione. Le estorsioni sono le attività criminali più redditizie e le vittime di questo reato sono, quasi esclusivamente, imprenditori.
E in particolar modo al Nord, fa sapere la Direzione Investigativa Antimafia, il fenomeno estorsivo si sta diffondendo senza ricorrere più a minacce esplicite e men che meno all’uso della violenza, ma cercando una specie di “complicità” con le vittime, imponendo, ad esempio, l’assunzione di personale o fornendo altre tipologie di servizi/forniture. Oppure, proponendo alle imprese soluzioni “condivise” con reciproci vantaggi, come l’attività di fatturazione per operazioni inesistenti, ove le vittime devono corrispondere in contanti anche l’importo dell’IVA che poi deve essere
versata all’erario dal committente. Consentendo così a quest’ultimo di onorare l’adempimento fiscale e al contempo di occultare la richiesta estorsiva di denaro.
Al Sud le denunce delle vittime, rispetto a dieci anni fa, sono aumentate del 24,8%, con la Puglia che ha registrato un +10,2% e la Basilicata, al contrario, che ha registrato un meno 24,4, con Potenza ultima in classifica. Sono numeri che non si tradurrebbero, tuttavia, necessariamente, con un maggiori o minor numero di reati: si parla di denunce, poi occorre capire il “sommerso”, e il non denunciato, a quanto possa ammontare. Fatto sta che, negli ultimi dieci anni, i delitti denunciati sono scesi complessivamente del 19 per cento.
Stefania Losito