Gli umani si ribellano all’iniquità, gli animali soltanto al rifiuto: è davvero così?
Da sempre gli uomini sono gelosi dei successi degli altri e ricercano l’equità ribellandosi alle ingiustizie, e gli studiosi hanno confermato, finora, che gli animali, dai corvidi alle scimmie cappuccine, esprimono la stessa reazione quando, ad esempio, vengono ignorati per uno spuntino ricercato. Ma, a sovvertire le credenze scientifiche sulla similitudine uomo-animale in questo senso, arriva una nuova ricerca dell’Università californiana di Berkeley, che dimostra invece che gli esseri umani potrebbero essere unici. Incrociando dati provenienti da 23 studi sull'”avversione all’iniquita’”, i ricercatori hanno esaminato attentamente i risultati di oltre 60.000 osservazioni che coinvolgono 18 specie animali: è la più grande indagine empirica “sull’avversione all’iniquità non umana fino ad oggi”. “Non possiamo affermare che gli animali provino gelosia basandoci su questi dati”, ha affermato Oded Ritov, dottorando di Psicologia. “Se c’è un effetto, è molto debole e potrebbe manifestarsi in contesti molto specifici. “Ma non e’ niente in confronto a ciò che vediamo negli esseri umani in termini di profondo senso di correttezza”. La meta-analisi è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. Ritov, il primo autore del paper, studia come si sono evoluti i comportamenti umani, quanto di essi e’ insito nei nostri grandi cervelli e cosa si apprende attraverso le nostre culture complicate. Inoltre, studia animali non umani per comprendere meglio cosa rende gli umani speciali.
Pur avendo una percezione differente di uguaglianza, il senso umano di equità nella distribuzione delle risorse potrebbe essere una delle ragioni principali per cui siamo stati in grado di costruire rifugi, condividere cibo e sviluppare società più complesse. Gli esempi sono ovunque: quando a un bambino viene dato qualcosa di piu’ carino dell’altro, spesso seguono delle esplosioni. Non e’ solo che il bambino non ha ricevuto un giocattolo o un dolcetto; qualcun altro lo ha ricevuto al suo posto. Questa reazione mostra avversione verso l’iniquità. Lo studio del primatologo Frans de Waal e il video virale di accompagnamento di un’adorabile scimmia cappuccino che si scatena hanno dimostrato che tali animali mostrano una comprensione dell’avversione all’iniquità che e’ notevolmente simile a quella dei bambini umani. Tutto andava bene quando a entrambe le scimmie è stata data una fetta di cetriolo. Ma quando i ricercatori hanno dato a una un acino d’uva, la scimmia che mangiava i cetrioli e’ sembrata diventare gelosa, ha lanciato il cetriolo al ricercatore e ha scosso la parete della gabbia in segno di protesta. De Waal e altri hanno affermato che questo e i successivi esperimenti supportano l’affermazione che gli esseri umani non sono soli nel senso di equità. Ma studi di follow-up hanno suscitato un’indignazione simile nelle scimmie, anche quando l’uva era stata messa in una gabbia vuota, dove non c’era nessun’altra scimmia di cui essere invidiosa. “Pensiamo che i rifiuti siano una forma di protesta sociale”, ha detto Ritov. “Ma ciò per cui protestano gli animali non e’ ricevere meno di qualcun altro. Piuttosto, sembra che protestino perché gli umani non li trattano come potrebbero”. Forse la reazione non è mai stata un’avversione all’iniquità – sostiene Ritov – si è trattato di aspettative non soddisfatte. E questo è qualcosa a cui possono relazionarsi sia gli umani che gli animali non umani.
Stefania Losito