
La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo in relazione alla tragedia della funivia del Monte Faito che ha provocato quattro morti e un ferito in condizioni critiche. Sulla vicenda sta indagando la Polizia.
Dopo lo sgomento e la corsa dei soccorsi bisogna ora stabilire cosa sia accaduto nel pomeriggio del Giovedì Santo a Castellammare di Stabia. L’impianto, che porta a 1.100 metri per godere di una vista mozzafiato sul golfo, era stato riaperto una settimana prima dopo la sosta invernale e, stando alle testimonianze, erano stati effettuati tutti i controlli di sicurezza.
Secondo le prime informazioni a spezzarsi sarebbe stato il cavo trainante. C’è da capire, quindi, come mai la cabina a monte non sia rimasta bloccata sul cavo portante, come accaduto per quella a valle, ma sia precipitata per 100 metri in un dirupo.
Nella cabina c’erano due coppie di turisti stranieri e il macchinista. Le vittime sono due inglesi, un israeliano e Carmine Parlato, il macchinista. Il ferito grave è uno dei turisti, trasportato con l’elisoccorso in ospedale.
Salve, invece, le 11 persone a bordo della cabina rimasta bloccata a valle in fase di discesa, a circa una ventina di metri d’altezza. Nonostante la forte pioggia e la nebbia, sono state soccorse e fatte scendere con un cavo.
La storia della funivia del Faito non è nuova a incidenti. Il più grave risale al Ferragosto del 1960 quando, a causa di un errore umano, una delle cabine giunse a valle senza riuscire a frenare la sua corsa, precipitando così sui binari sottostanti della linea ferroviaria Circumvesuviana: anche allora furono quattro i morti, con 31 feriti. Dopo quella tragedia, l’impianto è stato sottoposto a svariati interventi di ammodernamento.
Più recentemente è rimasto chiuso per lavori quattro anni, fino all’ultima riapertura avvenuta nel 2016.
L’anno scorso la funivia ha fatto registrare 108 mila passeggeri.
Gianvito Magistà
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