
La burocrazia rappresenta un vero e proprio nemico invisibile che pesa ingiustamente sul sistema delle nostre Pmi, drenando almeno 80 miliardi di euro all’anno. Lo dice l’Ufficio Studi della Cgia, l’associazione piccole imprese e artigiani di Mestre che pubblica un report sul “fardello insopportabile che schiaccia soprattutto le microimprese, costrette a destreggiarsi tra moduli da compilare, documenti da produrre, timbri da apporre e file interminabili
agli sportelli pubblici solo per ottenere una semplice informazione. Questi disagi tratteggiano quotidianamente la vita
di tantissimi imprenditori”.
L’Italia non è messa bene, peggio le regioni del Sud: Puglia al 195esimo posto, Calabria al 197esimo, il Molise al 207esimo e la Sicilia al 208esimo si collocano proprio in coda alla classifica generale. La Cgia segnala che la prima regione d’Italia e’ il Friuli Venezia Giulia che si colloca al 63 posto a livello europeo. Seguono la provincia Autonoma di Trento (81esimo), la Liguria (95esimo) e la Provincia Autonoma di Bolzano (96esimo). In Ue, infine, la regione piu’ efficiente e’ la finlandese Aland; maglia nera, invece, e’ la realta’ bulgara di Severozapaden.
Dal confronto con gli altri Paesi, emerge che la nostra Pubblica amministrazione sconta dei differenziali di inefficienza molto preoccupanti. Secondo una recente indagine condotta dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), il 90 per cento delle imprese italiane ha dichiarato di avere del personale impiegato per adempiere agli obblighi normativi. Tra i paesi big dell’Unione, nessun altro ha registrato un risultato peggiore. Se in Francia il dato si è attestato all’87 per cento, in Germania è sceso all’ 84 e in Spagna all’ 82. La media UE, invece, si è stabilizzata all’86 per cento. Tuttavia, la cosa piu’ preoccupante che emerge da questa indagine e’ riconducibile al fatto che in Italia il 24 per cento degli imprenditori intervistati ha dichiarato che impiegano oltre il 10 per cento del proprio personale per espletare tutte le formalita’ richieste dalla legge, dato che scende al 14 per cento sia in Francia sia in Spagna e all’11 per cento in Germania. La media UE, invece, è del 17 per cento.
E’ quanto denuncia l’Ufficio studi della Cgia, secondo cui “nonostante qualche timido passo in avanti fatto negli ultimi anni, la complessita’ delle norme e, spesso, l’impossibilita’ pratica di applicarle rappresentano un ‘dramma’ insopportabile”. Senza contare – si legge nel dossier – che i tempi medi per il rilascio di permessi e autorizzazioni da parte della nostra Pubblica Amministrazione (PA) restano tra i piu’ elevati d’Europa; uno score da non andare particolarmente fieri e riconducibile, in particolare, a un livello di digitalizzazione dei servizi pubblici ancora troppo basso. Di conseguenza, a pagare il conto sono le aziende: che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche fondamentali alla loro attivita’ produttiva.