
Una spianatoia in legno con un cumulo di farina di grano che sembra un piccolo vulcano. Accanto un essiccatore per alimenti su cui però non ci sono le orecchiette diventate simbolo di Bari vecchia ma una scritta, realizzata sul fondo di una scatola bianca: “Chiuso perché il Comune non vuole più farci lavorare. Lutto orecchiette”, si legge. Perché le pastaie del borgo antico del capoluogo pugliese, dopo le multe per occupazione di suolo pubblico ricevute nei giorni scorsi, hanno deciso di incrociare i mattarelli e non impastare oggi in segno di protesta, nonostante i vicoli siano stracolmi di turisti.
“Il Comune di Bari non vuole farci lavorare e così affossa la tradizione”, spiega Franca che, con la figlia e la sorella, produce 30 chili di orecchiette ogni giorno. “Ci hanno fatto fare il corso Haccp che non ci serve”, aggiunge. Il riferimento è al corso di formazione obbligatorio voluto da Palazzo di città anche per le pastaie e finalizzato alla garanzia della sicurezza alimentare dei prodotti. La decisione di non lavorare gli impasti arriva dopo “le multe da cinquemila euro fatte dalla guardia di finanza
e per l’occupazione del suolo pubblico – riferisce Franca – noi vogliamo regolarizzare tutto ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica cosa e come fare”. A guardare i banchi vuoti sono i turisti. “Oggi c’è così tanta gente che ci dispiace anche per loro. Io voglio che sia chiaro che noi siamo disposte a tutto pur di portare avanti la nostra tradizione”, conclude Franca.
Michela Lopez