
Non è sul podio ma certamente ha avuto un’esplosione turistica: la Puglia è tra le regioni che hanno aumentato gli incassi della tassa di soggiorno, il 152% dal 2020 al 2024. Con Bari cresciuta dell’86% e Taranto dell’11.3%. Sono 15 i comuni in aumento rispetto a 5 anni fa, si è passati da 35 a 50 amministrazioni che riscuotono l’imposta turistica. L’incremento per i due maggiori comuni lucani, invece, è stato dell’81%, considerando sempre gli ultimi 4 anni: nel 2023-2024 la Basilicata è cresciuta dell’8%.
Sul podio delle città con il gettito maggiore ci sono Firenze e Milano. Dal computo è esclusa Roma Capitale.
A fornire i numeri è una ricerca di Centro Studi Enti Locali basata su dati Mef, Banca d’Italia e Istat.
A crescere in maniera particolare tra il 2023 e il 2024 sono state, nell’ordine, Sicilia (+37%), Trentino-Alto Adige (+35%, da 89.850.986 a 121.064.314 euro) e Abruzzo (+33%, da 3.503.824 a 4.647.799 €). Nell’arco dell’ultimo triennio, i comuni siciliani in cui viene riscossa l’imposta di soggiorno sono passati da 71 a 93. I pernottamenti dei turisti hanno fruttato, per loro, quasi 40,5 milioni l’anno scorso, quasi il doppio rispetto ai 22,8 milioni del 2022 e quasi 11 milioni di euro in più rispetto al 2023.
In netto aumento nell’ultimo anno gli incassi dei comuni pugliesi (+30%), liguri (passati in un anno da 20 a 25 milioni di euro), lombardi (+23%) e sardi (20%). Unica regione in controtendenza nel panorama nazionale è la Valle d’Aosta, che ha chiuso il 2024 con un saldo negativo di quasi un milione di euro rispetto all’anno precedente.
Stefania Losito