Al via la 12esima edizione del Bifest. Anche quest’anno all’insegna del rispetto delle norma anti covid. Ad aprire il festival del cinema, la mostra dedicata al regista e sceneggiatore Ettore Scola e al suo rapporto con Bari. Sessanta scatti fotografici che raccontano di un regista e sceneggiatore innamorato dell’arte, dei giovani e di Bari. Così il direttore del Felice Laudadio, ha ricordato Ettore Scola, presidente onorario del Bif&st, scomparso cinque anni fa. A lui è dedicata la mostra gratuita all’interno del teatro Margherita visitabile per tutta la durata del festival senza prenotazione ma con green pass. Le foto sono state realizzate dai fotografi ufficiale del festival: Nicola Amato, Daniele Notaristefano e Pasquale Susca.
“Abbiamo fatto una selezione tra centinaia di foto – ha detto Felice Laudadio – che segnano il passaggio di Ettore Scola a Bari. Lui è venuto per la prima volta nel 2009 quando ci fu l’edizione zero che gli dedicò la retrospettiva”.
La memoria va poi al passato: “A lui piaceva stare in mezzo ai giovani – ha continuato Laudadio – che lo assediavano quando usciva dalle masterclass a cui partecipava sempre, anche se non erano le sue. Il piacere di vedere Ettore così umile e così elegante e semplice e umile parlare con chiunque dei ragazzi gli facesse delle domande”.
Non è un caso infatti che il film “Il materiale emotivo” interpretato e diretto da Sergio Castellitto e proiettato nella serata inaugurale nel teatro Petruzzelli sia stato scritto proprio dal padre, tra gli altri, di “C’eravamo tanto amati”.
“Il materiale emotivo è un film scritto da Ettore Scola – ha sottolineato il direttore del Bif&st – che aveva un altro titolo. Non lo ha mai voluto realizzare, rinunciò. Quanto poi è morto, Sergio si ricordò che c’era questa possibilità”.
La mostra ha inaugurato ufficialmente il festival del cinema in uno dei quattro teatri che ospitano decine di proiezioni, masterclass e incontri con registi e attori fino a sabato 2 ottobre. Le altre location sono il Petruzzelli, il Piccinni e il Kursaal Santalucia, appena restaurato.
Anna Piscopo