
Tutto pronto per il conclave che eleggerà il 267mo papa della storia della Chiesa cattolica. Stasera alle 19 prevista la prima fumata. Ieri nell’ultima congregazione i cardinali hanno affrontato i temi degli abusi e dei conti vaticani, ma soprattutto preso atto dell’eredità di Francesco contro le guerre. “Si giunga quanto prima ad un cessate il fuoco permanente e si negozi, senza precondizioni e ulteriori indugi, la pace lungamente desiderata dalle popolazioni coinvolte e dal mondo intero”: così ieri i cardinali, prima di entrare in conclave. A Roma sono arrivati tutti gli elettori, si parte con la diplomazia parallela. Si cerca “un pontefice, un costruttore di ponti”, come ribadito dai cardinali nell’ultimo dialogo a cuore aperto. Il maxi-quorum richiesto è di 89 voti, mai così alto nella storia dei conclavi. In Sistina è tutto in ordine: sui tavoli, coperti di drappi di velluto rosso e di tovaglie marroni, i cardinali troveranno facilmente il loro posto grazie al cartellino con il nome. Poi le schede e le urne sotto la volta di Michelangelo. Là accanto, nella sagrestia, nota come la ‘stanza delle lacrime’, sono appese ben linde e stirate le talari bianche di tre taglie diverse. Sette invece le paia di scarpe pronte. Rispunta sull’appendino in sagrestia anche la mozzetta rossa, la mantellina corta che Papa Francesco non ha mai voluto usare. Via telefonini e ogni contatto con il mondo: è il momento, tra preghiere ma forse anche capannelli, di scegliere il nuovo Papa.
Michela Lopez