Dal 2018 a oggi gli studenti hanno perso 3mila alloggi universitari. Prima il Covid, poi la scarsità di risorse, adesso lo slittamento dei fondi del Pnrr dalla terza alla quarta rata. In Puglia i posti disponibili sono 1.766, in Basilicata 85. Secondo l’ultimo dossier sul diritto allo studio universitario del ministero, i posti-letto messi a disposizione dagli enti regionali sono 40.069, di cui 1.075 temporaneamente non disponibili. Un dato in calo del 7,1% rispetto agli anni precedenti. E l’accordo raggiunto tra l’Italia e l’Ue sulla terza rata del Pnrr prevede lo slittamento del target di 7.500 posti letto negli studentati, che l’Italia avrebbe dovuto raggiungere entro la fine dello scorso anno. La quota viene invece inclusa nei 60mila posti previsti entro la fine del 2026, e quindi nella quarta rata del Pnrr, con 960 milioni di euro che hanno come obiettivo quello di portare il tasso di copertura al 20%, in linea con le medie europee. Slittano però, intanto, i 519 milioni della terza rata. Chiara la protesta degli studenti: “Senza alloggi è un fallimento”. “Per noi si tratta di un’intesa positiva”, è al contrario il commento del commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. L’opposizione punta il dito contro il governo: “Il taglio è un vero e proprio fallimento la cui responsabilità ricade tutta su questo governo”, commenta Il Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione e università alla Camera, mentre per il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, la cabina di regia “conferma le nostre preoccupazioni: questo governo non è in grado di gestire il più grande progetto di rinascita e sviluppo del nostro Paese”.
Dubbi arrivano anche dall’agenzia di rating Standard&Poor’s, secondo cui l’utilizzo dei fondi del Pnrr è in netto ritardo rispetto alla scadenza del 2026 in Italia e in Spagna. “Alla fine del 2022 la Spagna e l’Italia hanno utilizzato rispettivamente solo il 10% e il 20% delle risorse disponibili”, e quindi “sembra sempre più probabile” che chiederanno “più tempo per intraprendere progetti di investimento complessi che riguardano gli obiettivi climatici, la digitalizzazione e la coesione sociale”.
Stefania Losito