I cani preferiti dagli italiani, segue il gatto
Gli animali hanno un ruolo sempre più centrale nella vita delle famiglie italiane. Il dato emerge dall’analisi di Coldiretti divulgata in occasione della Giornata mondiale degli animali che coincide con la festa di san Francesco d’Assisi, il santo patrono degli animali. La presenza è stata in costante aumento nelle famiglie italiane e, come sottolinea Coldiretti, nei momenti difficili della pandemia Covid quando durante il lockdown hanno rappresentato un sostegno per combattere la situazioni di stress, disagio e solitudine.
Gli animali preferiti dagli italiani sono il cane (43,6%) e il gatto (35,1%) anche se non mancano conigli, tartarughe, uccelli, pesci e animali esotici, secondo l’Eurispes. Il 20,7% degli italiani che hanno un animale – prosegue Coldiretti – lo ha ricevuto in dono, il 19,3% lo ha preso in un canile/gattile, il 17,1% lo ha raccolto dalla strada, il 13% lo ha acquistato in un allevamento, il 12,3% lo ha comprato in un negozio di animali, l’11,4% lo ha acquistato da conoscenti o privati, il 5,7% ha tenuto il cucciolo di un animale che possedeva già e lo 0,5% lo ha acquistato attraverso la Rete.
Nell’indagine viene anche sottolineato il lato oscuro del mercato nero dei cuccioli che vengono importati illegalmente dall’estero e venduti a prezzi che oscillano tra i 60 e i 1.200 euro. Si tratta di animali che hanno di solito appena poche settimane di vita, non hanno neppure finito il periodo di svezzamento e ovviamente non sono registrati con il microchip d’identificazione richiesto dalla legge. Un vero e proprio business criminale che coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno.
La giornata degli animali è dedicata anche alla grande fattoria italiana da dove, come sottolinea Coldiretti, negli ultimi dieci anni sono scomparsi 2 milioni tra mucche, maiali, pecore e capre soprattutto dalla montagna e dalle aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero. A rischio – conclude la nota – anche la straordinaria biodiversità delle stalle italiane dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di polli e tacchini e 7 di asini.
Angela Tangorra