
Un gioco che si trasforma nella peggiore delle tragedie: la mrote di un bambino di 4 anni, un figlio, un nipote. “Eri un bambino eccezionale. Siamo distrutti, mio fratello è distrutto. Ciao Checco, amore di zio. Non ti dimenticherò mai”. Poche parole, quelle che ha scritto lo zio del piccolo Francesco, con il dolore che ha travolto non solo la famiglia, ma un’intera cittadina. Francesco, un bimbo morto dopo essere caduto dalla bicicletta a pedalata assistita guidata dal papà. aveva compiuto i suoi pochi anni a gennaio, con una festa ricca di palloncini, come quella di tutti i bimbi. Lunedi pomeriggio, intorno alle 17, stava giocando col padre. L’uomo ha inforcato la bici, ha sistemato il piccolino accanto a sé e ha iniziato a pedalare. Mentre la due ruote scendeva sulla ripida rampa del garage, l’uomo ha sbandato, ha perso l’equilibrio ed è caduto travolgendo con il suo corpo il figlio che, nell’urto contro il pavimento, ha perso conoscenza e sangue. La folle corsa in ospedale, al Dimiccoli, dove per giunta lavora la mamma del bambino, non è servita a niente: Checco già non respirava più. È morto per un trauma cranico. La polizia ha raggiunto i familiari in ospedale la scientifica il box del condominio di via Lattanzio, nel quartiere 167. Hanno eseguito i rilievi e repertato quanto potrà
essere utile a definire in modo dettagliato la tragedia, su cui la procura di Trani ha aperto un’inchiesta, sequestrando la bici, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
“Ci stringiamo in un abbraccio ideale e silenzioso ai genitori devastati da un dolore che nessuno dovrebbe mai provare”, hanno scritto in una nota i componenti del comitato di zona 167 di Barletta, lo stesso rione abitato dalla famiglia di Francesco. “Come padre e come nonno, sono sgomento per la morte del piccolo Checco, ingiusta, inspiegabile, incomprensibile”, le parole affidate ai social del sindaco, Cosimo Cannito, che ha “il cuore, come tutti, colmo di tristezza”.
Stefania Losito