Nel 2021 il prodotto interno lordo cresce del 6%. E’ la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria. “Il recupero dell’economia italiana prosegue spedito”, spiegano dall’ufficio. Ma restano “fattori di incertezza” legati agli effetti della scarsità di alcune materie prime e alla ripresa dei contagi Covid. “Dopo il forte rimbalzo del secondo trimestre (+2,7%), nel terzo trimestre i principali indicatori stanno tenendo”, spiega il Csc. Secondo Confindustria, “l’occupazione in Italia è in recupero, sulla scia della ripresa economica”. Il lavoro temporaneo si attesta “oltre i livelli pre-crisi, come sempre nelle riprese”. “L’occupazione a tempo determinato – osserva il Csc – ha segnato un recupero totale già in primavera, grazie a una risalita iniziata a metà 2020 e intensificatasi nell’anno in corso. A luglio gli occupati temporanei stimati dall’Istat erano quasi 100 mila in più rispetto a gennaio 2020. D’altronde la componente temporanea dell’occupazione è sempre quella più reattiva al ciclo economico, sia in caduta (-352 mila unità a maggio 2020) sia in ripresa (+136 mila fino a ottobre 2020, sostanzialmente piatta nei mesi successivi, quando l’attività era di nuovo fiacca, per poi impennarsi da marzo 2021 in parallelo al rimbalzo del Pil)”. Tuttavia, “nonostante un recupero dai minimi iniziato anch’esso a metà 2020, per il personale a tempo indeterminato, i dati Istat segnalano ancora un’ampia perdita da colmare: a luglio le persone occupate a tempo indeterminato, al netto di quelle assenti dal lavoro, per esempio per la Cig, da oltre 3 mesi,
erano ancora 100 mila in meno rispetto a gennaio 2020″. Il blocco dei licenziamenti per motivi economici, introdotto allo scoppio dell’emergenza sanitaria, segnala il Csc, “è stato infatti solo parzialmente compensato da un contemporaneo calo delle attivazioni (assunzioni e trasformazioni), cosicché a maggio 2021 i rapporti a tempo indeterminato attivi erano 275 mila in più (saldo tra attivazioni e cessazioni mensili cumulato da gennaio 2020)”.
Per Confindustria, quindi, “cruciale” sarà il monitoraggio dello sblocco dei licenziamenti nei prossimi mesi. La produzione industriale, secondo Confindustria, “è cresciuta nel secondo trimestre unpo’ meno del primo (+1,2% conto +1,5%) e il terzo trimestre è partito a ritmo minore: in luglio si è avuto un +0,8% e la variazione acquisita per il trimestre è +0,9%; in agosto poi le attese su produzione e ordini sono calate. E in parte, perché non si sono avuti altri blocchi per i servizi”. Nel turismo “la ripresa estiva c’è stata, anche se siamo ancora molto sotto i valori pre-Covid e la fiducia delle imprese di servizi ha perso pochissimo in agosto”.
Stefania Losito