
Duemila alberi di ulivo eradicati, un ecosistema che muta in nome del “green”. In Località Pozzo delle Grue, sulla strada che da Bitonto, nel Barese, porta al mare, sta per svilupparsi una terra di energia fotovoltaica. “Quell’area è adesso desolata e deturpata: è uno squarcio nel cuore”, spiega Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia. È stata l’associazione agricola a denunciare quanto sta accadendo nella terra, una delle tante di Puglia, degli olivi. “Chiederemo l’accesso agli atti perché è intollerabile. Ed è altrettanto inammissibile il silenzio del Comune”, aggiunge Sicolo.
Ad autorizzare la ditta a realizzare un’opera estesa su quasi 15 ettari sarebbe stata la Regione Puglia a cui, quattro anni fa, la società ha presentato “istanza di autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica, nel comune di Bitonto su un suolo di proprietà privata”, fanno sapere dal Comune.
“Non risulta alcun sì da parte dell’Ente regionale – battaglia Sicolo – come mi è stato confermato dai vertici del dipartimento Agricoltura. Il Comune avrebbe potuto almeno opporsi, non c’è stata trasparenza. E lo dico da cittadino
di Bitonto”. È diversa la posizione di Palazzo di Città. “La nostra Amministrazione ha sin dal primo momento
seguito con la massima attenzione questo procedimento, non condividendone la logica né sul piano delle politiche produttive né del paesaggio”, replica Francesco Bardi, assessore all’Agricoltura spiegando che “purtroppo la legislazione nazionale al momento della richiesta di autorizzazione alla Regione Puglia, non permetteva il diniego neppure alla struttura regionale”. “Lo scollamento tra i livelli nazionale, regionale e infine comunale in casi come questo, raggiunge livelli assurdi”, annota Bardi. Non concorda Sicolo secondo cui “il Comune che avrebbe potuto bloccare l’impianto”.
Stefania Losito