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Gaza, uccisi 3 capi militari di Hamas responsabili dell’attacco del 7 ottobre. Stasera Consiglio di sicurezza Onu. Natanyahu: “Non vogliamo governare la Striscia”

L’esercito israeliano ha ucciso la notte scorsa a Jabalya, nel nord della Striscia, due capi di Hamas dell’Unità Nukbha che hanno preso parte all’attacco del 7 ottobre scorso. Lo ha annunciato il portavoce militare spiegando che si tratta di Ahmed Musa e Omar Al-Hindi. Insieme a loro è stato ucciso il capo dell’Unità dei cecchini della Brigata nord di Hamas, Mohammed Kahlout. Secondo il portavoce, la notte scorsa sono anche stati uccisi 19 operativi di Hamas. Nel sobborgo di Sheikh Ijlin – parte sud di Gaza City – è stata scoperta una postazione di lancio di razzi collocata vicino a edifici residenziali.

Intanto Netanyahu fa sapere che Israele non cercherà né di occupare né di governare Gaza. “Dobbiamo distruggere Hamas per il bene dei palestinesi e degli israeliani, afferma il premier a Fox News. Decine di manifestanti ieri sera davanti alla casa di Gerusalemme dove vive il leader israeliano. Hamas afferma che almeno 6 persone sono morte per bombardamenti israeliani sull’ospedale di Shifa. E’ salito a 36 il bilancio dei soldati uccisi nelle operazioni di terra contro Hamas nella Striscia di Gaza, rendo noto oggi l’esercito israeliano. L’ultima vittima è il sergente Gilad Rozenblit, 21 anni. Le Forze di difesa israeliane (Idf) spiegano che Rozenblit veniva dal kibbutz di Ginegar, era un medico di prima linea ed è stato ucciso in combattimento nel nord di Gaza.  “La famiglia di Oren Goldin, un residente del Kibbutz Nir Yitzhak disperso dopo il devastante attacco di Hamas del 7 ottobre, è stata informata che è stato ucciso durante l’assalto del gruppo terroristico che governa Gaza”. Lo scrive The Times of Israel, precisando che Goldin aveva 33 anni e lascia la moglie e due gemelli di 2 anni.

Nessun cessate il fuoco a Gaza ma nuove ‘pause umanitarie’ giornaliere di quattro ore in alcune parti del Nord della Striscia di Gaza, per consentire il passaggio degli aiuti e la ‘fuga’ verso il Sud dei civili. E’ questo intanto l’annuncio dato dalla Casa Bianca. Il portavoce della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, lo ha descritto come “primo passo significativo”, l’apertura di altri due corridoi umanitari affinche’ i civili possano lasciare le aree ostili del Nord di Gaza. Una notizia che ha ricevuto la conferma di Israele. Un alto funzionario, parlando al Times of Israel, ha chiarito di non aver accettato un cessate il fuoco, ma che l’esercito comunque continuera’ a consentire “pause tattiche e locali” per facilitare l’arrivo degli aiuti e la messa in salvo dei residenti. Le nuove interruzioni avranno luogo ogni giorno in un diverso quartiere nel nord, con i cittadini avvisati tre ore prima.
La nuova strategia di Israele non prevede di fatto alcun ridimensionamento dei “combattimenti di guerra”, come aveva
anche preannunciato il ministro della Difesa, Yoav Gallant, bensi’ “misure localizzate e mirate” per far partire i civili.
Sui social il presidente americano Joe Biden ha rimarcato l’impegno degli Usa nei confronti dell’alleato: “Per settimane ho parlato con i leader israeliani dell’importanza delle pause umanitarie nei combattimenti per mettere in salvo i civili, sostenere la liberazione degli ostaggi e aumentare il flusso di cibo, acqua e medicine a Gaza. Da oggi – ha scritto su X – saranno due i corridoi umanitari che permetteranno alle persone di fuggire dalle zone ostili di Gaza. Le pause sono un passo nella giusta direzione”.

Anche il presidente ucraino Zelensky interviene sulla situazione in Medioriente: “È molto importante che il maggior
numero possibile di civili sia protetto e che la guerra in corso in Medio Oriente non porti a un crollo su vasta scala della
stabilità internazionale”, ha affermato ieri sera il presidente nel suo discorso quotidiano. “Tutti hanno bisogno di sicurezza e di pace. Continuiamo questo lavoro. Un processo molto scrupoloso e delicato”, ha aggiunto Zelensky.

Stasera riunione del Consiglio di sicurezza Onu sul Medio Oriente. Lo riferiscono fonti Onu, citate dai media
internazionali. L’incontro sulla situazione in Medio Oriente è previsto per stasera alle 21 ora italiana. 

Stefania Losito

 
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