
“In un momento delicato per la vita della comunità internazionale, desidero rivolgere, in occasione dell’8 marzo, un saluto e un pensiero di gratitudine a tutte le italiane e a tutte le donne che lavorano in Italia e contribuiscono al benessere nazionale”. Esordisce così, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio per la Giornata internazionale della donna, inviato mentre è in visita istituzionale in Giappone, stamani a Kyoto.
“Abbiamo acquisito negli ultimi decenni piena consapevolezza che le politiche per la parità di genere, un diritto sancito dalla nostra Costituzione, non si sono risolte solamente in un vantaggio per le donne, ma hanno apportato benefici, ricchezza, frutti positivi per l’intera collettività”, prosegue Mattarella.
“La promozione dei diritti va infatti di pari passo con lo sviluppo civile ed economico delle società – spiega il presidente della Repubblica – per questo motivo occorre impegnarsi ancora, con decisione e lungimiranza, per colmare quei divari – culturali, salariali, di istruzione, di sviluppo della carriera – che permangono in alcuni ambiti nazionali”.
E proprio all’indomani dell’approvazione in consiglio dei ministri del disegno di legge sul Femminicidio, il capo dello Stato rivolge un pensiero alle vittime: “Particolare attenzione va ancora risposta nel fronteggiare la piaga – vergognosa e inaccettabile – della violenza contro le donne. Ogni femminicidio, ogni discriminazione, ogni maltrattamento, sono un’aggressione all’intera società. Occorre continuare con l’opera di repressione e di prevenzione. Ma, contemporaneamente, bisogna proseguire con un’azione educativa, a partire dalle generazioni più giovani, che promuova una cultura di effettiva parità sradicando stereotipi, pregiudizi e abitudini consolidate. C’è bisogno, in questa grande battaglia di civiltà, del contributo di tutti, donne e uomini, che devono trasmettere – in tutti i contesti – una cultura del rispetto e lo sdegno e la riprovazione per parole e azioni discriminatorie e violente”.
Ma la repressione non basta, occorre una cultura di prevenzione. “Eguale impegno va perseguito per politiche familiari inclusive che favoriscano la libera determinazione: una donna non deve essere mai posta di fronte al dilemma di scegliere tra famiglia e professione”, scrive ancora Mattarella.
Un pensiero va anche alle donne che, nel mondo, sono perseguitate: “Le donne sono veicolo di particolare efficacia per l’integrazione e la pace. Voglio rivolgere un pensiero di solidarietà alle donne che, in ogni parte del mondo, sono perseguitate, imprigionate, sottoposte a inaudite violenze. Alle madri costrette a piangere i propri figli caduti in guerra. Alle donne che lottano per vedersi riconosciuti i più elementari diritti, dalla salute, alla libertà, all’istruzione. Facciamo nostro il loro dolore, ascoltiamo la loro voce. Il mondo sarà migliore con forte protagonismo della saggezza e dell’equilibrio delle donne. Buon 8 marzo!”.
Intanto, a Palazzo Chigi, il femminicidio non è più solo una parola, ma un reato autonomo punti con il massimo della pena: l’ergastolo. Arriva dal Consiglio dei Ministri il via libera al disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime, alla vigilia dell’8 marzo, giornata internazionale della donna. Per la premier Giorgia Meloni l’aver previsto il delitto come reato autonomo rappresentata “un altro passo in avanti” nell’azione di sistema che il governo sta portando avanti “fin dal suo insediamento” per contrastare la violenza nei confronti delle donne. “Con il ddl – ha sottolineato – diamo una sferzata nella lotta alla piaga dei femminicidi’. Per la ministra alle Pari Opportunità Eugenia Roccella “è davvero una novità dirompente, non solo giuridica ma anche sul piano culturale” perché, ha spiegato, si tratta “soprattutto di un tentativo di produrre un mutamento culturale”. Per il ministro alla Giustizia Carlo Nordio si tratta di “un risultato epocale” e “una grande svolta”, anche perchè tra le novità c’è l’attenzione riservata alla vittima: come l’obbligo che sia ascoltata in varie fasi, dalle indagini al patteggiamento fino alla liberazione del suo aggressore. Il suo parere non sarà vincolante ma il magistrato dovrà comunque fornire, anche in base a questo, le motivazioni del sue decisioni. “Mandiamo un messaggio – conclude il Guardasigilli – che è di attenzione particolare dello Stato e, dal punto di vista procedurale, si dà maggiore importanza al ruolo della vittima e dei familiari rispetto a quello che c’era in precedenza”.
Nel 2024 si conta una donna uccisa ogni tre giorni e il 2025 ha già 6 vittime. Ciò accade nonostante l’arresto in flagranza differita introdotto dal Governo.
Il ddl prevede anche aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Ed ancora, per le pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili che riguardano tante migranti che vivono in Italia. Pene più dure anche per chi provoca lesioni permanenti al viso, come quelle provocate dal lancio di acido che tante vittime ha mietuto, ma anche per l’omicidio preterintenzionale, l’interruzione di gravidanza non consensuale, gli atti persecutori e chi costringe con la forza una donna a compiere o subire abusi sessuali.
La nuova normativa prevede modifiche anche per quanto riguarda i magistrati: i Pm dovranno ascoltare direttamente le vittime senza delegare l’audizione alla polizia giudiziaria e sono estesi anche per loro gli obblighi formativi.
Il ddl limita anche l’accesso ai benefici penitenziari per coloro che compiono reati del codice rosso ed introduce il diritto per le vittime di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato a seguito di concessione di misure premiali. La nuova normativa, ha assicurato la ministra alle Riforme Istituzionali Elisabetta Casellati, sarà “propedeutica alla presentazione di un testo unico”, a cui stanno lavorando vari ministri, che conterrà tutte le norme che riguardano i diritti delle donne sia sul versante giudiziario sia su quello dell’empowerment femminile.
IL MESSAGGIO DELLA PREMIER GIORGIA MELONI – “I numeri parlano chiaro: l’occupazione femminile ha raggiunto il livello piu’ alto di sempre, superando i dieci milioni di donne lavoratrici. Un risultato importante, ma sappiamo che molto resta da fare per una parità piena in ogni ambito. Le donne non devono piu’ scegliere tra carriera e vita privata. La parita’ significa assicurare a tutte le donne le condizioni per realizzarsi pienamente, senza sacrificare né il lavoro né la vita familiare. Continueremo a lavorare per creare le opportunità che permettano a ogni donna di esprimere il proprio potenziale al massimo, senza limiti e senza barriere”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della Festa della donna.
Stefania Losito
(credits: foto in copertina dal sito del Quirinale)