È stata trasmessa in Germania la richiesta, presentata dalle autorità italiane, di consegnare al nostro Paese Filippo Turetta, il 22enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il ministero della Giustizia, a quanto si apprende, ha terminato tutte le attività per il momento di sua competenza nella trasmissione in Germania del mandato di arresto europeo. Il tribunale tedesco di prima istanza di Halle, dal canto suo, si è detto non a conoscenza di alcuna calendarizzazione della nuova udienza in cui il ragazzo dovrebbe confermare il proprio assenso a essere consegnato all’Italia. Il vice-portavoce dell’Amtsgericht di Anhalt, città della Sassonia, Thomas Puls, ha inoltre dichiarato di non essere in grado di prevedere quali saranno i tempi di consegna del giovane all’Italia e di non essere in condizioni di precisare dove l’audizione avrà luogo.
Intanto, dall’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri dal giudice per le indagini preliminari di Venezia, emerge una ricostruzione del delitto. Sono da collocare in circa 22 minuti, secondo il giudice, tra le 23.18 e le 23.40 dell’11 novembre le due aggressioni che hanno portato alla morte di Giulia Cecchettin, avvenute tra la casa della ragazza e la zona industriale di Fossò. Il primo episodio sarebbe stato ricostruito attraverso il racconto di un testimone, il secondo attraverso le telecamere di videosorveglianza della zona. La ragazza sarebbe stata accoltellata la prima volta mentre si trovava nel parcheggio davanti alla sua abitazione.
Giulia, secondo la ricostruzione, sarebbe stata accoltellata la prima volta da Filippo Turetta mentre si trovava, alle 23.15 di sabato 11 novembre, nel parcheggio davanti alla sua casa. Poi, dopo averla immobilizzata probabilmente con del nastro adesivo, ha spinto l’ex fidanzata in auto, ha raggiunto in pochi minuti la zona industriale di Fossò, e qui l’ha aggredita nuovamente, mentre lei tentava una fuga, uccidendola. Sarebbero le parole della gip che ha firmato l’ordinanza per tentato omicidio, quando ancora il corpo di Giulia non era stato trovato. Lo riportano alcuni quotidiani. La gip Benedetta Vitolo sottolinea la “pericolosità” di Filippo Turetta nell’ordinanza in cui motiva la misura cautelare nei suoi confronti sottolineando “l’inaudita’ gravità e la manifesta disumanità del delitto commesso ai danni della giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale”. Vitolo definisce Turetta “un soggetto totalmente imprevedibile poiché, dopo aver condotta una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”. Anche la gip sottolinea nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Filippo Turetta che “i femminicidi sono all’ordine del giorno”. Lo fa nel passaggio in cui evidenzia “l’estrema pericolosità” del ragazzo, alla luce di quello che avrebbe commesso, e la possibilità che “reiteri condotte violente nei confronti di altre donne”. “Con questa aggressione di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata prossima alla laurea – sono le parole contenute nel documento – ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo”. Filippo Turetta era “evidentemente ben consapevole della gravità delle sue azioni” dal momento che, dopo aver scaraventato Giulia a terra causandole una lesione alla testa con perdita di sangue, è fuggito.
Intanto, il primo contatto tra i padri dei due ragazzi c’è stato ieri, tramite Whatsapp. “Chiedo perdono. Mio figlio Filippo dovrà pagare per quello che ha fatto”. Poche parole, quelle del papà di Filippo, Nicola Turetta, che d’ora in avanti dovrà fare i conti con quello che è passato nella testa a un figlio che credeva perfetto, “mai nessun problema a scuola, mai un litigio”. Nicola ha dovuto vedere se stesso prendere il cellulare e scrivere qualcosa a Gino. Gli ha espresso “massima partecipazione al loro dolore, e una forte vicinanza” ha raccontato l’avvocato di Filippo, Emanuele Compagno. E poi le parole più dure: “Perdono. Filippo dovrà pagare per quello che ha fatto”. Intanto ieri i Cecchettin hanno telefonato a Pomeriggio Cinque per dire che loro, in questo momento, dal turbine mediatico vogliono tirarsi fuori: “Abbiamo deciso – ha detto il padre – che da oggi fino al giorno del funerale di Giulia non parteciperemo
attivamente a nessuna trasmissione perché per noi adesso è arrivato il momento del dolore. Vogliamo ricordare Giulia e concentrarci su quello che di bello ci ha dato, senza distrazioni. Avremo comunque modo di ricordarla dopo, ma fino a quel momento vorremmo stare un attimo raccolti”.
Le due famiglie si erano incontrate martedì scorso, a casa dei Cecchettin. S’erano abbracciati. Era solo il terzo giorno di
ricerche dei due giovani, c’erano speranze. “Avrei solo voluto andare a riprenderli tutti e due, vivi”, diceva ieri sera Nicola Turetta.
L’estradizione di Filippo Turetta dal carcere di Halle, nella Sassonia Anhalt, dov’è stato fermato, non avverrà in pochi giorni. Sono diverse le pratiche da espletare nel carteggio tra gli uffici giudiziari dei due Paesi. Il capo d’imputazione, dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia, è stato infatti riformulato: dall’iniziale tentato omicidio ad omicidio volontario, come confermato dal Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. La misura cautelare per la quale ieri Turetta si è presentato in udienza in Germania, dovrà essere infatti ri-notificata; e su questo mandato per omicidio volontario che il giovane dovrà esprimere l’accettazione all’estradizione. “Noi – ha detto Cherchi – siamo in contatto con l’autorità giudiziaria che è competente per territorio, quindi i passi diplomatici sono stati fatti. Stiamo chiedendo il trasferimento in Italia del ragazzo; e questo è sottoposto alla procedura penale tedesca, che ha i tempi e i modi che sono lì previsti, di cui naturalmente dobbiamo tenere conto”.
Il capo dell’ufficio giudiziario veneziano ha anche l’omicidio volontario, allo stato, è una imputazione provvisoria: “Vanno fatti tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un’imputazione più completa”. Anche l’autopsia, che sarà effettuata all’istituto di Medicina legale di Padova, dovrà attendere i tempi tecnici del conferimento dell’incarico ai consulenti, della Procura e delle parti.
Vincenzo Murgolo – Stefania Losito