
Il mare più caldo del Mediterraneo è in Sardegna: all’Asinara 14 ondate di calore in un anno, è record nazionale. Ma la Puglia non se la cava molto meglio: nell’area protetta di Torre Guaceto (tra Brindisi e Carovigno) sono state registrate ondate di calore con picchi di oltre 2,5 gradi centigradi sopra la media, mentre nell’area marina protetta Isole Tremiti le variazioni hanno raggiunto +3 gradi. È quanto emerge dal report ‘Mare Caldo 2024 di Greenpeace Italia’, che monitora da 5 anni gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità marina del Mediterraneo. Il monitoraggio è stato condotto in 12 stazioni distribuite lungo le coste italiane. Entrambe le aree marine protette pugliesi, viene specificato in una nota, hanno sperimentato ondate di calore “sia durante la stagione estiva che invernale, confermando l’intensificazione dei fenomeni termici anomali lungo le coste pugliesi”. I dati sono stati diffusi alla vigilia della Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo (8 luglio), e Greenpeace Italia celebra la giornata con ‘Il Mare in Tasca’, una guida “pratica per conoscere il Mare Nostrum e proteggerlo con consapevolezza”.
“Il cambiamento climatico è la minaccia più urgente per il Mediterraneo. Mappe di Copernicus – dichiara la direttrice di
Greenpeace Italia Chiara Campione – mostrano ondate di calore record, fino a +5 gradi centigradi, un allarme che non possiamo ignorare”.
Il Mare Nostrum soffre, eppure meno dell’1% è protetto, un mare vittima di un inquinamento intensivo, specialmente da plastica, che minaccia migliaia di specie, e oggi assediato dagli effetti di un clima tropicale che snatura la proverbiale mitezza meteorologica. Condivide l’allarme anche la Fondazione Marevivo, stimando entro il 2100 un innalzamento della temperatura sulla superficie dell’acqua dai 3,5 ai 4,5°C rispetto ad oggi.
Epicentro del surriscaldamento sono le acque intorno alla Sardegna, colpita da un vero e proprio shock termico. Lo
confermano i dati del report Mare Caldo 2024 di Greenpeace Italia, che da cinque anni monitora gli effetti della mutazione del clima sulla biodiversità del ‘re’ dei mari. Si scopre così che il corallo mediterraneo Cladocora caespitosa sta mostrando livelli di sbiancamento seri, l’isola dell’Asinara interessata da ben 14 ondate di calore durante l’anno, un record nazionale, Capo Carbonara con valori di +1,49°C, e poi ancora a Tavolara-Punta Coda Cavallo 48 specie bentoniche con uno stato ecologico moderato.
Considerato un vero e proprio scrigno marino che conta l’8% delle specie mondiali, il Mediterraneo è una goccia blu che vanta una ricchezza di biodiversità di circa dieci volte superiore alla media mondiale. Nel vademecum della guida “Il mare in tasca” sono racchiusi consigli e curiosità sul bacino marino con i suoi abitanti, tra cui spiccano la foca monaca, gli squali, i delfini e i capidogli, mammiferi e pesci tra le specie più a rischio e più presenti nelle tre aree marine protette sarde monitorate dell’organizzazione ambientalista.
Stefania Losito