Settemilacinquecento tra insegnanti, studenti, laureati e personale dell’Università statale Lomonosov di Mosca hanno firmato una lettera per condannare l’intervento militare russo in Ucraina. L’ateneo moscovita è il più antico della Russia (https://msualumniagainstwar.notion.site/0378ab0a0719486181781e8e2b360180). “Condanniamo categoricamente la guerra che il nostro Paese ha scatenato in Ucraina”, si legge nel documento fatto girare sul web, nonostante le minacce delle autorità. “La guerra è violenza, crudeltà, morte, perdita di persone care, impotenza e paura che non possono essere giustificate da nessun obiettivo…La guerra è l’atto più crudele di disumanizzazione”, scrivono.
La lettera è stata sottoscritta il 5 marzo e ha raccolto man mano oltre settemila adesioni. Il giorno prima, i rettori delle università della Federazione russa avevano sottoscritto un documento rivendicando la scelta della guerra contro l’Ucraina, che definivano “una decisione della Russia: portare finalmente a termine l’opposizione che si protrae da 8 anni tra l’Ucraina e il Donbass; ottenere la demilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina e al contempo proteggerci dalle crescenti minacce militari”, si leggeva nel documento. Di fatto, i sottoscrittori del documento contro la guerra si sono schierati, dunque, sul fronte opposto rispetto anche al loro rettore.
In Italia, la ministra Maria Cristina Messa ha inviato una circolare ai rettori delle università nella quale chiede di mappare e bloccare tutti i progetti in collaborazione con i ricercatori russi che possano essere “d’aiuto” alle strategie militari messe in campo da Mosca e dalla Bielorussia, con lo scopo di fermarli per evitare conseguenze peggiori.
In particolare, nella circolare dell’11 marzo, che regola le attività di accoglienza nei confronti della comunità universitaria ucraina, si legge: “Relativamente, poi, al contesto delle collaborazioni in corso con la Federazione Russa e con la Bielorussia, si invita – in ragione delle misure restrittive dell’Unione europea e delle correlate indicazioni del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in tema di viaggi nei due Paesi – nel rispetto dell’ autonomia accademica e di ricerca, a voler considerare la sospensione, per motivi di sicurezza, delle attività di mobilità collegate ai programmi di doppio titolo e titolo congiunto, privilegiando al riguardo le attività formative a distanza. Si invita, inoltre, a sospendere ogni attività volta alla attivazione di nuovi programmi di doppio titolo o titolo congiunto. Si rammenta, da ultimo, che dovranno essere sospesi quei progetti di ricerca in corso con istituzioni della Federazione Russa e della Bielorussia che comportino trasferimenti di beni o tecnologie dual use ( cioè beni e tecnologie che, pur essendo utilizzati per scopi civili, possono essere adoperati nella fabbricazione e nello sviluppo di armamenti, ndr), ovvero siano altrimenti colpiti dalle sanzioni adottate dall’Unione Europea. Resta, inoltre, fermo il dovere di osservare le disposizioni adottate tanto a livello europeo, quanto negli altri organismi multilaterali di cui l’Italia è parte, rispetto a collaborazioni istituzionali in cui siano presenti la Federazione russa e la Bielorussia”.
Il testo della lettera della comunità universitaria di Lomonosov:
“Noi, studenti, specializzandi, docenti, personale e laureati della più antica università della Russia, l’Università Statale Lomonosov di Mosca, condanniamo categoricamente la guerra che il nostro paese ha scatenato in Ucraina.
La Russia e i nostri genitori ci hanno dato una forte educazione, il cui fondamento sta nella capacità di valutare criticamente ciò che accade intorno a noi, di soppesare gli argomenti, di ascoltare l’altro e di impegnarsi per la verità – scientifica e umanistica. Sappiamo chiamare le cose con il loro nome e non possiamo restare inerti.
Le azioni compiute dalla Federazione Russa, azioni che la sua leadership definisce con l’espressione “operazione militare speciale”, sono guerra, e non c’è spazio per eufemismi o scuse in questa situazione. La guerra è violenza, brutalità, morte, perdita di persone care, impotenza e paura che non può essere giustificata da nessuno scopo. La guerra è il più brutale atto di disumanità, che, come abbiamo imparato tra le mura delle scuole e dell’università, non deve mai essere ripetuto. I valori dell’assolutezza della vita umana, dell’umanesimo, della diplomazia e della risoluzione pacifica delle differenze che abbiamo imparato all’università sono stati calpestati e gettati via in un istante quando la Russia ha invaso a tradimento l’Ucraina. La vita di milioni di ucraini è sotto minaccia continua da quando le forze militari russe hanno invaso l’Ucraina.
Esprimiamo il nostro sostegno al popolo dell’Ucraina e condanniamo categoricamente la guerra che la Russia ha scatenato contro gli ucraini.
Come laureati della più antica università russa, sappiamo che le perdite subite in sei giorni di guerra sanguinosa – soprattutto umane, ma anche sociali, economiche e culturali – sono irreparabili. Sappiamo anche che la guerra è un disastro umanitario, ma non possiamo immaginare la profondità della ferita che noi come popolo russo stiamo infliggendo al popolo ucraino e a noi stessi in questo momento.
Chiediamo che la leadership russa cessi immediatamente il fuoco, lasci il territorio dello stato sovrano dell’Ucraina e ponga fine a questa guerra vergognosa.
Chiediamo a tutti i cittadini della Russia che hanno a cuore il suo futuro di unirsi al movimento per la pace.
Siamo contro la guerra!”
Stefania Losito