
Porto Cesareo, in provincia di Lecce, non sarà più soltanto una delle più grandi aree marine protette d’Europa, ma ospiterà anche un progetto pilota per la Puglia: un parco archeologico sommerso. L’idea mira alla valorizzazione e fruizione delle importanti tracce di insediamenti umani, di rotte e traffici marittimi presenti sui fondali e caratterizzate, oltre che dalla densità e dalla varietà tipologica (strutture, relitti, aree di concentrazione di frammenti fittili, rinvenimenti isolati di ancore, anfore, ecc.), anche da un’eccezionale evoluzione storica – dal II millennio a.C. all’età tardomedievale e moderna – che rappresenta un altro valore aggiunto per la conoscenza della storia di questi paesaggi del Mediterraneo.
Si tratta di una larga fascia di costa antica che bisogna immaginare in continuità con la terra che la lambisce. Gli scavi sono partiti in queste ore, sotto la direzione di Rita Auriemma, docente dell’Università del Salento. Il progetto è promosso dal Dipartimento di Beni Culturali e dal Comune di Porto Cesareo e approvato nell’ambito del Bando Smart-In.
Stefania Losito
(foto in copertina dell’Università del Salento)