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Incendi, il ministro Cingolani: “Il 70% è responsabilità nostra, tra dolo e scarsa cultura”

“Siamo gia’ oltre il 70% di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto” dal punto di
vista climatico, e “meno del 2% sono di origine naturale”. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in Aula alla Camera nell’informativa sugli incendi. “Siamo più vulnerabili – osserva – e poi c’è un problema di manutenzione e di cultura. La manutenzione è fondamentale”. Cingolani ha sciorinato le percentuali. “Il 57,4%
degli incendi sono dolosi, il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura”, ha spiegato. “c’è un problema di manutenzione dei territori, perché qui stiamo parlando di qualcuno che brucia”, e nella maggioranza dei casi, “per interessi reconditi”. “L’elemento più direttamente umano è un elemento difficilissimo da controllare – dice Cingolani – la prevenzione e il controllo sono fondamentali, così come lo è la manutenzione dei territori”. Per questa ragione, nel Piano di ripresa e resilienza “abbiamo pensato di utilizzare le reti di satelliti europei, droni e osservazione a terra. I satelliti passano ogni 4 ore sullo stesso punto, e ce ne sono tanti; se uno colleziona immagini e le controlla, ci può consentire un monitoraggio efficace”. E’ una tecnologia “pensata non solo per gli incendi ma anche per controllare lo smaltimento illegale di rifiuti. E’ uno strumento molto forte anche per la prevenzione incendi boschivi”. Poi c’è anche un altro elemento: “La prima cosa da fare è proteggere queste mappe. Sono informazioni sensibili. Se fossi un piromane la prima cosa che cercherei di fare è di farne un download”.
ed è sui controlli e sulla prevenzione che insiste Cingolani. “Dobbiamo muoverci. Cercheremo di fare un piano di lavoro in queste settimane – dice, ricordando gli incontri con il capo della Protezione civile Curcio e con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – sono due le prospettive: abbiamo competenza sulle zone dei parchi”, con investimenti 3.2 può esserci “un aiuto sulla prevenzione; e poi un investimento su monitoraggi, installazione sensoristica e satellitare”.
Per il ministro, “il quadro è abbastanza chiaro: negli incendi che stanno devastando non solo l’Italia ma anche la Grecia ci sono situazioni molto simili e sono senza alcun tipo di ambiguità colpa dei cambiamenti del clima e di fenomeni antropici”. Cingolani ha però precisato che, comunque, “incidono in piccola percentuale”. “Il terreno è più secco e i venti sono più caldi, le scintille vengono trasportate in alto e appiccano direttamente la chioma – spiega – e l’autocombustione non avviene da sola a 45 gradi ma a temperature più alte”. Per origine naturale, il ministro
fa riferimento per esempio a “un fulmine, il 4,4% è indeterminato, vuol dire che in qualche modo qualcuno ha
buttato una cicca di sigaretta; il 22,5% non è classificabile, ma qualcuno deve far partire la scintilla”. E ad avere la peggio, in Italia, nel 2020, è stato il Mezzogiorno. In quattro regioni del Sud – Campania, Puglia, Calabria, Sicilia – sono avvenuti il 54,7% degli incendi nel 2020, è bruciata l’82% della superficie andata in fiamme. Poi, in questi giorni, la catastrofe in Sardegna. “Tra il 24 e il 26 luglio ci sono state 800 persone evacuate. L’area bruciata, ad una prima stima, è di oltre 10mila ettari. Quindi è stato un evento catastrofico”, ha commentato.

Stefania Losito

(Foto da Wikipedia)

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