
Se in Italia sono 2 milioni i minori sotto i sedici anni che nel 2024 sono a rischio povertà ed esclusione sociale, preoccupa maggiormente il Sud, dove sono il 43,6%. Lo rivela l’indagine Istat sulle condizioni di vita degli under 16 in
Italia. Il rischio aumenta anche al crescere del numero di minori di 16 anni presenti in famiglia. I minori stranieri sono
a rischio di povertà o esclusione sociale nel 43,6% dei casi, valore superiore di oltre 20 punti percentuali a quella dei
coetanei con cittadinanza italiana (23,5%).
Il rischio di povertà o esclusione sociale è un indicatore composito e indica la quota di individui che si trovano in almeno una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale e sociale o bassa intensità lavorativa (Indicatore Europa 2030).
Si confermano, anche nel 2024, i divari territoriali che vedono la situazione dei minori più disagiata nel Mezzogiorno (43,6%, era 45,7% nel 2021); nel Nord la quota dei minori a rischio di povertà o esclusione sociale si ferma al 14,3%, registrando una forte contrazione nel triennio (era 20,5% nel 2021), mentre nel Centro l’indicatore è pari al 26,2% in aumento rispetto al 2021 (23,4%).
Se il minore vive in una famiglia monoreddito il rischio di povertà o esclusione sociale è superiore di circa tre volte (53,5%) a quello dei minori in famiglie plurireddito (18%), un divario molto più marcato di quello osservato per il totale degli individui (39,3% per gli individui in famiglie monoreddito e 16% per quelli in famiglie plurireddito).
Non si osservano differenze significative nelle diverse fasce d’età: il rischio di povertà o esclusione sociale varia tra il 25,9% nella fascia di età 6-11 anni e il 27,7% per i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni, quest’ultimo in significativo miglioramento rispetto al 2021 (quasi 4 punti percentuali in meno).
La situazione finanziaria della famiglia in cui vive il minore – spiega l’istituto di statistica – è tra i fattori determinanti del rischio di povertà a cui potrà essere esposto in età adulta. Le difficoltà economiche delle famiglie con minori di 16 anni sono spesso legate al pagamento di un mutuo per l’abitazione di proprietà (lo paga il 22,7%, quota più che doppia rispetto a quella rilevata sul totale delle famiglie, pari a 10,2%) o al pagamento di un affitto (23,6% contro 18,4%).
Secondo i dati Istat, il livello di istruzione dei genitori si associa strettamente alla condizione socio-economica della famiglia: è a rischio di povertà o esclusione sociale oltre la metà (51,8%) dei minori con genitori che hanno al massimo la licenza di scuola secondaria inferiore, quota di oltre cinque volte superiore a quella di coloro che hanno almeno un genitore laureato (10,3%).
Rispetto all’indagine precedente, che risale al 2021, tuttavia, nel 2024 la quota di minori a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce di 3 punti percentuali (soprattutto nel Nord) e, tra loro, raddoppia la quota degli stranieri.