L’impatto del Covid sull’economia italiana è profondo ed esteso. Lo rileva l’Istat, nel rapporto sui consumi dei primi mesi del 2020, che corrispondono proprio allo scoppio della pandemia. Dopo le riaperture del 4 maggio le imprese ancora chiuse sono 800 mila, una su cinque. Erano quasi la metà in pieno lockdown. Nel mese di marzo l’Istat stima un calo delle vendite al dettaglio del 20,5%. I primi beni ad aver subito il crollo sono quelli non alimentari, soprattutto abbigliamento e pellicceria (-57,1%), giochi, giocattoli, sport e campeggio (-54,2%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-54,1%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-6,3%) e per quelli alimentari che risultano stazionari. In aumento a marzo, complice il lockdown, il commercio elettronico, che secondo l’Istituto di statistica si conferma l’unica forma distributiva in costante crescita. Le misure prese per l’emergenza Covid hanno favorito le vendite nella grande distribuzione che aumentano del +5,2%, in particolare i supermercati (+14%).
Sulle stime dell’Istat è intervenuto il commento della Confesercenti che racconta quanto sia stato tragico il lockdown per il 30% dei piccoli negozi. Un colpo difficile da recuperare, “che aumenta le possibilità di chiusura definitiva di migliaia di attività”. “Sono giorni cruciali – sottolinea Confesercenti – per definire misure di supporto efficaci e veloci”.
Per l’Ufficio studi Confcommercio il dato sulle vendite al dettaglio diffuso era “largamente atteso, ma non per questo meno inquietante”. A marzo, l’indice scende a un livello che non si osservava dal 2000. E le vendite calcolate dall’Istat non comprendono i consumi di bar e ristoranti e gli acquisti di auto, segmenti che viaggiano prossimi al meno 100% mensile. “Purtroppo – si legge nella nota di Confcommercio – il dato di marzo sarà peggiorato dalle performance di aprile, e l’estate non potrà compensare minimamente le perdite subite nei mesi precedenti”.
Secondo Federconsumatori “in realtà, vista la situazione attuale, i dati Istat di marzo risultano alquanto fisiologici”. Il presidente Emilio Viafora, però, avverte: “La vera tenuta della domanda interna la verificheremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quando gli esercizi man mano saranno autorizzati a riaprire. Solo allora capiremo se gli aiuti del Governo saranno stati adeguati”.
Stefania Losito