In Italia la natalità è al minimo storico, e la mortalità resta elevata. Meno di sette neonati e più di 12 decessi per mille abitanti. E’ quanto emerge dagli indicatori demografici Istat relativi al 2022. In calo la popolazione residente: al primo gennaio è di 58 milioni e 851mila unità, 179mila in meno rispetto all’anno precedente. È cresciuta la popolazione lievemente la cittadinanza straniera. Al primo gennaio è di cinque milioni e 50mila unità.
Nel report, dunque, viene lanciato un allarme. La regione in cui nascono più bambini è il Trentino Alto Adige con un valore pari a 1,51 figli per donna. Le regioni a seguire, Sicilia e Campania, registrano valori molto più bassi, rispettivamente 1,35 e 1,33. In queste regioni le madri sono mediamente più giovani, con valori dell’età media al parto compresi tra il 31,4 della Sicilia e il 32,1 del Trentino Alto Adige. Regioni con fecondità decisamente contenuta sono il Molise e la Basilicata, con un valore di 1,09 figli per donna. Maglia nera per la Sardegna che, con un valore pari a 0,95, è per il terzo anno consecutivo l’unica regione con una fecondità al di sotto dell’unità. In Italia, dunque, si nasce di meno ma si vive di più. Negli ultimi vent’anni è triplicato il numero degli ultracentenari: al primo gennaio 2013sono 22mila. La speranza di vita alla nascita nel nostro Paese è di 82,6 anni ed è in crescita per gli uomini mentre è stabile per le donne.
I livelli di sopravvivenza del 2022 risultano ancora sotto quelli del periodo pre pandemico, registrando valori di 6 mesi inferiori nei confronti del 2019, sia tra gli uomini che tra le donne. Nonostante l’elevato numero di decessi avvenuto in questi ultimi tre anni, oltre 2 milioni e 150mila, il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito, portando l’età media della popolazione da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nell’insieme raccoglie 14 milioni 177mila individui a inizio 2023, costituisce il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente.
Anna Piscopo