Macron chiede a Putin di ritirare armi da Zaporizhzhia
Il fronte russo nell’est dell’Ucraina ha ceduto e le forze ucraine hanno ripreso in un giorno solo le città di Kupyansk e di Izyum dopo un’avanzata molto rapida, che non è finita e si sta allargando ad altri settori del fronte.
In due settimane la controffensiva ucraina che ha sbaragliato le difese di Mosca nella regione orientale di Kharkiv ha ripreso tremila chilometri quadrati di territorio, una quarantina di insediamenti e viaggia ora spedita verso la frontiera nemica. Secondo il comandante dell’esercito Valery Zaluzhny, solo una cinquantina di km separano le sue truppe dalla Russia. Ammessa la ritirata, definita una “riorganizzazione” strategica per concentrare le forze sul Donbass, la stessa Difesa di Mosca ha mostrato con una mappa di cosa resta nelle sue mani: solo una porzione di territorio a est del fiume Oskil. La reazione russa si è scatenata con un pioggia di raid sulle regioni orientali e di missili Kalibr dal Mar Nero, che hanno causato danni alle infrastrutture e massicci blackout.
Il presidente Volodymyr Zelensky resta tuttavia cauto. “Mosca – ha avvertito – spera di spezzare la resistenza ucraina in inverno, contando sui problemi di riscaldamento in Ucraina e su un possibile indebolimento del sostegno occidentale a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia in Europa. Il nostro obiettivo è liberare tutto il nostro territorio. Non possiamo permettere che la Russia continui la stessa occupazione che ha iniziato nel 2014”.
Nel frattempo le parti sono tornate a evocare le trattative, da cui però si dicono lontane. La Russia, ha spiegato il suo ministro degli Esteri Serghei Lavrov, “non rifiuta” i negoziati, ma ci sono “ritardi che complicano il processo”. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha però ribadito che il suo governo non farà passi indietro sulle richieste, a partire dalla “liberazione di tutti i territori”.
L’allarme resta alto a Zaporizhizhia. L’agenzia nucleare di Kiev, Energoatom, ha annunciato che il sesto e ultimo reattore funzionante della centrale più grande d’Europa è stato nuovamente scollegato dalla rete. La situazione continua a suscitare allarme, con l’agenzia Onu che ha avviato le consultazioni per la creazione di una safe zone.
In una telefonata con Vladimir Putin, intanto, Emmanuel Macron gli ha chiesto di far ritirare “le armi pesanti e leggere”, mentre il leader del Cremlino è tornato ad accusare Kiev dei raid, avvertendo del rischio di “conseguenze catastrofiche” anche per “gli stoccaggi di scorie radioattive”.
Michela Lopez