
In Italia le madri sono sempre più sole e povere, specialmente al Sud. Dai dati raccolti da “Save the Children” e pubblicati nel rapporto “Le equilibriste – Maternità in Italia 2025” è emerso un netto divario salariale di 29 punti percentuali tra i padri e le madri che lavorano, con almeno un figlio minore a carico. Mentre per gli uomini senza figli (77,8%) la percentuale di occupazione sembra salire quando diventano padri (92%), per le donne invece diventare madri è penalizzante. La quota di donne lavoratrici, infatti, scende da 68,9% a 62,3% nel momento in cui decidono di avere uno o più figli. In particolare sono le mamme single – tra i 25 e i 34 anni – a rappresentare una delle categorie più a rischio povertà: a lavorare è poco più di una su due. Anche quest’anno il rapporto contiene un indice elaborato dall’Istat che elenca le regioni italiane considerate “mother friendly”, in cui per le mamme è più facile vivere. Al vertice della classifica la provincia autonoma di Bolzano, seguita da Emilia-Romagna e Toscana. Al Mezzogiorno gli ultimi posti, con Campania, Puglia, Calabria e Basilicata fanalino di coda. È proprio la Basilicata a registrate dati negativi come l’indice di natalità più basso del Paese e una scarsa attrattività per le famiglie. La Puglia, invece, è ultima nel parametro della soddisfazione soggettiva, perdendo di fatto tre posizioni rispetto alla scorsa edizione. Inoltre, è tra le regioni che offrono meno servizi per l’infanzia alle neomamme.
Andrea Ungaro