L’impresa “ha responsabilità che superano i confini delle sue donne e dei suoi uomini e, aggiungo, dei suoi mercati”, “generare ricchezza è una rilevante funzione sociale”. E’ il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, agli imprenditori di Confindustria riuniti nell’Assemblea nazionale. “Le aziende sono al centro di un sistema di valori, non solo economici. Siete voi, a ricordarlo anche a me”, ha aggiunto il Capo dello Stato. “Le imprese – aggiunge – sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà. È una delle prime responsabilità sociali dell’impresa. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale, naturalmente non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive”. “Non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco. Il principio non è quella della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione. Il modello lo conosciamo: è quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa”. Mattarella ha parlato anche del futuro del Paese, aggiungendo che “sapere di avere il mondo dell’impresa impegnato, con convinzione e con capacità, per il progresso dell’Italia, è motivo di conforto e di grande apprezzamento”.
Un’economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità: Mattarella cita un discorso di Roosevelt in cui disse che “l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”
per poi osservare che anche adesso così come allora si deve “richiamare il legame, per quanto possa a molti apparire
scontato, tra economia e democrazia”.
“È di grande valore che il mondo dell’industria italiana, così centrale nella vita del Paese e prezioso nell’ambito dell’Unione Europea, sappia di contribuire, con il suo impegno e il suo lavoro, al rafforzamento della Repubblica e delle sue istituzioni, secondo l’importante enunciato che ‘la Costituzione esprime anche l’anima delle imprese italiane'”.
“La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali”, dice il presidente della Repubblica. “Nella libertà d’intraprendere dei cittadini. Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è, infatti, il ‘capitale sociale’ di cui un
Paese dispone. Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”.
“L’economia di mercato non pone in discussione valori costituzionalmente rilevanti, quali il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà. O l’art. 35, relativo alla tutela del lavoro, il 36, sulle condizioni di lavoro, o il 37 sulla donna lavoratrice. È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro”. “Sarebbero incomprensibili imprese che –
contro il loro interesse – non si curassero, nel processo produttivo, della salute dei propri dipendenti. Incomprensibili
se non si curassero di eventuali danni provocati all’ambiente, in cui vivono e vivranno. Incomprensibili – e di breve durata – se non sapessero guardare al futuro. Fuor di logica se pensassero di non dover rispondere ad alcuna autorità o all’opinione pubblica, in merito a eventuali conseguenze di proprie azioni”, aggiunge
Nel dibattito pubblico del dopoguerra italiano – ricorda Mattarella – si è, spesso, lamentato che “la Costituzione non poteva fermarsi ai cancelli delle fabbriche, segnalando, con questo, una sofferenza del sindacato dei lavoratori per molti temi che hanno trovato poi riscontro nella contrattazione tra le parti sociali”.
“La definizione prospettata poc’anzi secondo cui “L’impresa è lo spazio democratico in cui i valori del bene comune e della responsabilità sociale devono manifestarsi nella loro concretezza, così come è accaduto nei mesi durissimi della
pandemia”, unitamente all’intento di proporre un mercato del lavoro “inclusivo”, specialmente per i giovani e le donne – che renda quindi effettivo il diritto al lavoro – induce alla consapevolezza che i luoghi di vita, le persone, i cittadini che
li animano, sono parte, irrinunciabile, del progetto di coesione sociale, libertà, diritti e democrazia della Repubblica”,
sottolinea il Capo dello Stato.
“Vanno rifiutate spinte di ingiustificate egemonie delle istituzioni nella gestione delle regole o, all’opposto, di pseudo-assolutismo imprenditoriale, magari veicolato dai nuovi giganti degli “Over the top” che si pretendono, spesso, “legibus soluti”. “Qual è un principio fondamentale della democrazia? Evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti. Vale per le istituzioni. Vale per le imprese, a proposito delle quali possiamo parlare di concorrenza
all’interno di un mercato libero. E la lotta ai monopoli ne rappresenta capitolo importante”.
Poi, l’accenno alle tragiche alluvioni e allo spirito di resilienza: “Adesso tante imprese sono state colpite dall’alluvione. Le avversità si manifestano su più fronti. L’interrogativo è: la nostra comunità è adeguatamente resiliente? È sufficientemente desiderosa di futuro, di voler guardare avanti?”.
Mattarella ricorda il ruolo degli imprenditori nella difficile congiuntura segnata dalla pandemia. “Non c’è bisogno di particolare acume per osservare che gli imprenditori sono attori sociali essenziali nella nostra società. Basta pensare anche soltanto alla crisi della pandemia che abbiamo attraversato quando, insieme ad altre categorie, avete evitato che l’Italia si fermasse”. “Ne dà testimonianza il filmato che abbiamo visto, dimostrando che non siete, non siamo, un Paese senza memoria. Ho ringraziato più volte quanti negli ospedali, nei servizi, nelle aziende, nelle catene della logistica, nella Pubblica Amministrazione, hanno fatto sì che fronteggiassimo quell’improvvisa, sconosciuta e drammatica insidia”, aggiunge. “Grazie a voi. Che avete avuto coraggio, che avete anche fatto delle vostre fabbriche dei centri vaccinali in supporto a quelli pubblici! Grazie ai lavoratori delle vostre aziende che hanno assunto, con altrettanto coraggio, la propria quota di rischi. Siete stati, poi, protagonisti di una ripresa prodigiosa e positivamente
contagiosa, senza eguali nei G7″, conclude.
Tutti in piedi per Sergio Mattarella, la standing ovation della platea di Confindustria alla fine dell’iontervento del capo dello Stato.
Stefania Losito
(foto in copertina dalla pagina Facebook di Confindustria)