Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha incontrato oggi le famiglie degli ostaggi di Hamas. “Non ci ritireremo dall’asse di Filadelfia, in nessun caso”, ha dichiarato il premier, riferendosi al ritiro dal corridoio Filadelfia, tra Gaza e l’Egitto, che rappresenta uno dei punti chiave dei colloqui per l’accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi. Hamas, dal canto suo, ha chiesto il ritiro completo delle forze di difesa israeliane. Secondo due associazioni di familiari di ostaggi e soldati morti, il premier ha dichiarato: “Non sono sicuro che ci sarà un accordo, ma se ci sarà, proteggerà gli interessi che, ripeto più e più volte, sono la preservazione delle risorse strategiche di Israele. Netanyahu, secondo le associazioni, ha aggiunto che se l’accordo dovesse andare in porto, dopo 42 giorni i combattimenti a Gaza riprenderanno “fino all’eliminazione di Hamas, anche mentre vengono negoziati i passi successivi”.
Continuano, intanto, a far discutere le parole del presidente americano Joe Biden a Chicago, dopo un discorso durante la Convention nazionale democratica. L’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che Hamas si sta ritirando da un accordo con Israele per un cessate il fuoco a Gaza. “Israele dice di poter trovare una soluzione, Hamas si sta tirando indietro”, ha affermato Biden. Parole definite “fuorvianti” dalla stessa Hamas. “Non rappresentano la vera posizione del movimento, che auspica un accordo sul cessate il fuoco”, si legge in una nota. In questo modo, ha spiegato ancora Hamas, Biden dà “luce verde” al governo israeliano per proseguire la guerra a Gaza e “commettere altri crimini contro i civili” palestinesi.
Dall’Egitto, intanto, il ministro degli Esteri, Badr Abdelatty ha dichiarato che giovedì e venerdì si terranno al Cairo i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza. La speranza, ha spiegato, è che il prossimo ciclo di colloqui dimostri “una sincera volontà politica da parte israeliana di porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza”.
Per il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ospite dell’evento inaugurale del 45esimo Meeting di Rimini, la guerra iniziata il 7 ottobre dello scorso anno è arrivata a “un momento decisivo, dirimente, con i dialoghi in corso”. “La guerra finirà, spero che con i negoziati si risolva qualcosa: ho i miei dubbi, ma è l’ultimo treno”, ha sottolineato. “Si può andare verso il cessate il fuoco, ma anche una degenerazione”, ha osservato Pizzaballa, aggiungendo che “il male che ha prodotto questa guerra, l’odio reciproco, il rancore, il rifiuto dell’esistenza dell’altro resteranno”.
Vincenzo Murgolo