“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli”. Sono queste le parole del ministro Piantedosi, dopo la tragedia dei migranti in Calabria, che hanno fatto esplodere le polemiche. Per l’opposizione si tratta di frase “indegna”, Medici senza Frontiere parla di “uno schiaffo alle vittime”. Dal Viminale la replica: “E’ vergognoso strumentalizzare le parole del ministro”.
“Io penso che il messaggio debba essere chiaro: chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma”. Fa sapere in un’intervista al Corriere della Sera il ministro dell’Interno. “Sono andato subito sul luogo della tragedia per testimoniare il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti a nome mio e di tutto il governo – spiega – per occuparci concretamente della disperazione delle persone, e non a chiacchiere, così anche da evitare simili naufragi, ci siamo mossi sin dal nostro insediamento intensificando i corridoi umanitari con numeri (617 persone) che mai si erano registrati in un cosi’ breve lasso di tempo. In soli due mesi abbiamo anche approvato il decreto flussi che consentirà l’ingresso regolare di 83.000 persone”. Per lui “i nostri sono fatti, e non dichiarazioni ipocrite, con cui intendiamo fare il possibile per fermare le partenze ed evitare altre tragedie”. Il ministro sottolinea anche che a Cutro “non c’è stato alcun ritardo” nei soccorsi: “Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive”.
E il ministro degli Esteri cerca di placare le polemiche: “E’ inutile dare la colpa al governo, alla Gdf e la guardia costiera. E’ inutile ribaltare le responsabilita’, la responsabilita’ e’ del criminale” che traffica in esseri umani”, dice Antonio Tajani. Il ministro Piantedosi “ha dato sempre disposizione di salvare le vite in mare”, mentre guardia costiera e Gdf hanno “salvato migliaia di vite” in mare, quindi gli attacchi sono “ingiusti”.
Il procuratore capo di Crotone, Giuseppe Capoccia, che ha aperto un’indagine sulla strage, infatti, aveva attaccato: “Qui mancano uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Il governo dovrebbe capire che sarebbe necessaria impostare in modo diverso le strutture. In estate abbiamo 3 sbarchi la settimana”. La fascia ionica calabrese, dice il magistrato, “dovrebbe essere il fiore all’occhiello per questo tipo di interventi e questo non avviene per mancanza di uomini e mezzi. Bisogna attrezzare questi uffici. Siamo una piccola provincia che regge uno scontro che dovrebbe riguardare l’Italia ma anche tutta l’Europa”. Capoccia pero’, evidenzia anche che un eventuale abbordaggio per un trasbordo con mare grosso e’ altamente pericoloso e ricorda l’episodio avvenuto anni fa nel canale d’Otranto quando una nave militare venne in contatto con un barcone provocandone l’affondamento.
La premier Meloni scrive all’Ue: “Occorre agire immediatamente: l’unico modo per affrontare seriamente e con umanità questa materia è fermare le partenze”.
A Cutro, intanto, sono stati trovati i corpi di altre quattro persone affogate nel naufragio avvenuto davanti la spiaggia di Steccato: tra loro anche una ragazzina di 14 anni, e le vittime accertate salgono a 63 ma all’appello mancano altre trenta persone. Da oggi a Crotone è allestita nel palasport la camera ardente delle vittime. Ieri, in Prefettura, si è riunito il Centro coordinamento dei soccorsi per un aggiornamento delle fasi delle ricerche che sono riprese stamani anche con l’impiego di due elicotteri dei vigili del fuoco e della Guardia di finanza. Le attivita’ economiche di Cutro si
fermeranno per un minuto, alle 11, in segno di raccoglimento per le vittime del naufragio di ieri a Steccato. Lo ha deciso il sindaco Antonio Ceraso dopo la proclamazione del lutto cittadino. Ieri sera associazioni e cittadini hanno dato vita a una fiaccolata per le vittime.
Sul fronte delle indagini, è stato eseguito un nuovo fermo a carico di un altro dei presunti scafisti dell’imbarcazione
naufragata ieri mattina davanti alla costa di “Steccato” di Cutro. Le persone fermate finora sono tre. Si tratta di un turco e di due pachistani, uno dei quali minorenne. I tre presunti scafisti sono stati rintracciati nel Centro richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, dove erano stati portati dopo lo sbarco, e condotti in carcere. I fermi sono stati fatti da carabinieri, Guardia di finanza e Squadra mobile in esecuzione di un decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Crotone.
Stefania Losito