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Negoziati Russia Ucraina a Istanbul, c’è anche Abramovich. Erdogan: “Una pace giusta non avrà perdenti”. Possibile bozza di garanzia internazionale per l’Ucraina

Sono cominciati con un discorso “di pace” del presidente turco Tayyip Recep Erdogan i negoziati tra Russia e Ucraina ospitati a Istanbul. Erdogan si è rivolto ai negoziatori dicendo che sia il presidente ucraino Zelensky sia il presidente russo Putin sono “amici preziosi”, e che progressi nei negoziati aprirebbero la strada all’incontro tra i leader che la Turchia potrebbe ospitare, si legge sulla Bbc. Erdogan ha anche detto che una “pace giusta” non avrà un perdente e che la continuazione del conflitto non giova a nessuno.
C’è anche Roman Abramovich, l’oligarca russo che si è proposto come mediatore, che, dalle immagini della tv turca, non appare seduto al tavolo principale delle delegazioni, ma accanto a Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Erdogan, e indossa cuffie per la traduzione. La presenza di Abramovich – sottolinea la Bbc – suggerisce che è ancora coinvolto nei tentativi di mediazione. E arriva l’avvertimento dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, secondo quanto riporta l’emittente britannica Sky News, all’indomani della notizia del presunto avvenuto avvelenamento
di Abramovich e di due negoziatori ucraini: “Consiglio a chiunque si trovi a negoziare con la Federazione russa di non mangiare o bere e preferibilmente evitare di toccare qualunque superficie”. I negoziatori sono seduti a un lungo tavolo coperto di bianco, uno di fronte all’altro.

Il vice capo dell’ufficio del presidente ucraino, Kyrylo Tymoshenko, spiega che la delegazione nel colloquio vuole insistere sulle garanzie di sicurezza internazionale per l’Ucraina. “E‘ stata sollevata la questione dei termini del possibile status neutrale dell’Ucraina”, dicono fonti vicine ai negoziatori. Presumibilmente, a fine incontro un provvedimento nero su bianco. “Si tratta di una bozza di un certo accordo o dichiarazione. Tutto è allo stadio di discussione”, spiegano le stesse fonti.

“Gli ucraini pagano con la vita le sanzioni ‘deboli'”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video, definendo “passive” le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia. “Non ci dovrebbero essere pacchetti di sanzioni ‘sospese’, ossia se le truppe russe fanno qualcosa, allora ci sarà qualche risposta – ha aggiunto – ci sono ora molti accenni e avvertimenti che le sanzioni saranno inasprite, come con un embargo sulle forniture di petrolio russo in Europa, se la Russia userà armi chimiche. Semplicemente, non ci sono parole”.

L’Ucraina, intanto, ha annunciato la ripresa delle evacuazioni di civili attraverso tre corridoi umanitari, anche dalla citta’ assediata di Mariupol, dopo un giorno di sospensione a causa dei timori di “provocazioni” russe. “Tre corridoi umanitari sono stati approvati per oggi”, ha detto il vice primo ministro ucraino Iryna Verechtchuk in un video pubblicato su Telegram. Secondo il servizio statale di emergenza ucraino, questa mattina l’esercito russo è tornato ad attaccare Mykolaiv, a est di Odessa. Nella nota si spiega che i missili russi hanno colpito un edificio amministrativo regionale di nove piani, “distruggendo” la sua parte centrale: si tratterebbe del Palazzo della Regione, sede del governo dell’omonimo Oblast.
Intanto il ministro Kuleba invita “tutti gli Stati a criminalizzare l’uso del simbolo ‘Z’ come un modo per sostenere pubblicamente la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. ‘Z’ significa crimini di guerra russi, città bombardate, migliaia di ucraini assassinati. Il sostegno pubblico a questa barbarie deve essere proibito”, ha scritto su Twitter.

E dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, arriva il monito: la Russia “non farà beneficienza”, fornendo all’estero gas
gratuito. “Niente pagamenti, niente gas”, ha detto citato dall’agenzia Interfax, in un’intervista all’emittente Usa Pbs, in cui ribadisce un concetto espresso gia’ ieri. “Sicuramente non faremo beneficienza e non invieremo gas gratis all’Europa occidentale”, ha detto Peskov, commentando il rifiuto dei Paesi occidentali di pagare il gas in rubli. “Appena avremo (su questo punto) una decisione finale, vedremo che si può fare”, ha detto il portavoce.

Stefania Losito

 
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