Secondo giorno in Kazakhstan per papa Francesco, che sta partecipando stamani al settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. A Nur-Sultan il pontefice ha fatto appello a “non giustificare mai la violenza”, perché “Dio conduce alla pace, mai alla guerra”. Il pontefice ha ricordato che “negli ultimi decenni il dialogo tra i responsabili delle religioni ha riguardato soprattutto questa tematica”. “Eppure – ha proseguito – vediamo i nostri giorni ancora segnati dalla piaga della guerra, da un clima di esasperati confronti, dall’incapacità di fare un passo indietro e tendere la mano all’altro”.
“E come possiamo pensare che gli uomini del nostro tempo, molti dei quali vivono come se Dio non esistesse, siano motivati a impegnarsi in un dialogo rispettoso e responsabile se le grandi religioni, che costituiscono l’anima di tante culture e tradizioni, non si impegnano attivamente per la pace?”, ha aggiunto.
Bergoglio ha quindi ammonito: “Non permettiamo che il sacro venga strumentalizzato da ciò che è profano. Il sacro non sia puntello del potere e il potere non si puntelli di sacralità!”. “Memori degli orrori e degli errori del passato, uniamo gli sforzi, affinché mai più l’Onnipotente diventi ostaggio della volontà di potenza umana”, ha aggiunto il
Pontefice.
“Un’ultima sfida globale ci interpella: la custodia della casa comune – ha detto papa parlando dell’emergenza climatica – di fronte agli stravolgimenti climatici occorre proteggerla, perche’ non sia assoggettata alle logiche del guadagno, ma preservata per le generazioni future, a lode del Creatore”.
“Con cura amorevole l’Altissimo ha disposto una casa comune per la vita: e noi, che ci professiamo suoi, come possiamo permettere che venga inquinata, maltrattata e distrutta? – ha affermato il Pontefice – Uniamo gli sforzi anche in questa sfida. Non è l’ultima per importanza. Essa, infatti, si ricollega alla prima, a quella pandemica. Virus come il
Covid-19, che, pur microscopici, sono in grado di sgretolare le grandi ambizioni del progresso, spesso sono legati a un
equilibrio deteriorato, in gran parte per causa nostra, con la natura che ci circonda”.
“Pensiamo ad esempio alla deforestazione, al commercio illegale di animali vivi, agli allevamenti intensivi: è la mentalità dello sfruttamento a devastare la casa che abitiamo – ha aggiunto Francesco – non solo: essa porta a eclissare quella
visione rispettosa e religiosa del mondo voluta dal Creatore. Perciò è imprescindibile favorire e promuovere la custodia della vita in ogni sua forma”.
Purtuttavia c’è qualcosa che è peggio della pandemia, secondo papa Francesco: “Fino a quando continueranno a imperversare disparita’ e ingiustizie, non potranno cessare virus peggiori del Covid: quelli dell’odio, della violenza, del
terrorismo”. “Il maggior fattore di rischio dei nostri tempi permane la povertà”.
E ha infine lanciato un appello: “Investiamo, vi prego, in questo: non negli armamenti, ma nell’istruzione!”.
Stefania Losito
(Credits: immagine da Vaticannews)