
Tasse troppo alte in cambio di servizi pubblici scadenti: a pensarlo è l’81,2% degli italiani, un’opinione condivisa dall’80,5% del ceto medio, dall’85,9% del ceto popolare e dal 66,7% dei benestanti. E’ quanto emerge dal rapporto Cida-Censis ‘Rilanciare l’Italia dal ceto medio’.
Tra i sei e i sette cittadini su dieci chiedono come priorita’ dell’agenda sociopolitica il taglio delle tasse sui redditi lordi, che generano redditi netti dai valori troppo inferiori. Il rischio della scure che abbatte il reddito netto è quello di disincentivare il lavoro, l’impegno professionale a fare di più perché, oltre certe soglie, la tassazione diventa troppo alta e penalizzante: lo pensa il 47,6% del ceto medio, il 56,7% dei ceti popolari e il 50,9% dei benestanti.
Da quasi nove italiani su dieci del ceto medio arriva un’ipotesi risolutiva: tagliare ulteriormente le tasse sui premi di produzione dei lavoratori dipendenti, a riconoscimento di merito e impegno. Il 62,9% di persone del ceto medio pensa che le detrazioni e/o deduzioni fiscali dovrebbero essere in funzione del bisogno e non del solo livello del reddito. Poi il 54,4% delle persone di ceto medio crede che occorra indicizzare all’inflazione anche le pensioni di valore superiore a 2.500 euro lordi mensili. Inoltre per il 65,6% del ceto medio, il 68,3% del ceto popolare e il 71,9% dei benestanti tasse piu’ basse ridurrebbero l’evasione fiscale.
Stefania Losito