La Polizia di Stato di Potenza ha eseguito un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di 29 persone, tutte indiziate di aver preso parte alla rivolta che si è consumata il 9 marzo del 2020 presso la Casa circondariale di Melfi, in segno di protesta contro le misure anti-covid. Durante la sommossa personale sanitario e diversi agenti della Polizia penitenziaria in servizio rimasero sequestrati per circa nove ore. Grazie all’immediato intervento delle Autorità di Pubblica Sicurezza e al dispositivo delle Forze dell’ordine, nonché all’impegno della Polizia Penitenziaria di Melfi, fu possibile arrivare alla liberazione degli ostaggi, dopo una lunga trattativa durante la quale i fautori della sommossa avevano anche steso un documento di richieste e rivendicazioni.
Nell’ambito del procedimento, l’ordinanza cautelare era stata già eseguita nel mese di settembre dello scorso anno nei confronti di altri 11 detenuti che non avevano proposto ricorso per Cassazione.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, attraverso la ricostruzione di tutte le fasi della protesta, hanno permesso di risalire all’identità di tutti i detenuti di cui si ipotizza il coinvolgimento a vario titolo nella sommossa. Gli arresti sono avvenuti nelle province di Potenza, Bari, Crotone, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Livorno, L’Aquila, Oristano, Cuneo, Catanzaro, Agrigento, Palermo, Udine, Siracusa e Catania.
Tra i 29 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ci sono anche otto pregiudicati pugliesi: Luigi Biscotti (appartenente al clan mafioso Sinesi di Foggia), i bitontini Giovanni Stellacci, Michele Cassano e Mario D’Elia (quest’ultimo esponente di spicco del clan Conte), Domenico De Feudis (rapinatore di Molfetta), Massimiliano Marini (con precedenti per armi e droga), Giuseppe Milloni (esponente del clan Strisciuglio di Bari), Massimo Perdonò (affiliato al clan Moretti-Romito di Foggia e coinvolto nell’agguato per vendicare la morte del boss nella strage di San Marco in Lamis dell’agosto 2017).
Michela Lopez