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Scorie nucleari, tre depositi in Italia: uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. La scelta su 51 siti, tra cui Puglia e Basilicata

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, non lascia ma raddoppia, anzi, triplica. “Il deposito delle scorie nucleari non lo vuole nessuno? E allora ne facciamo tre: uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. E i rifiuti più radioattivi, quelli delle vecchie centrali, li lasciamo all’estero a pagamento”. Così il ministro ha spiegato il piano a margine di una convegno di Confindustria a Roma. L’annosa questione dei rifiuti nucleari potrebbe trovare una soluzione suddivisa in tre. La Sogin, la società pubblica per lo smantellamento delle vecchie centrali, ha individuato 51 aree in Italia dove si potrebbe costruire il deposito. Ma nessuno dei Comuni interessati ha detto sì. E allora è il ministero a lanciare il dado e a decidere dove realizzare la discarica.”Tutti i giorni produciamo scorie nucleari a bassa e media intensità”, ha detto Pichetto riferendosi ai rifiuti radioattivi prodotti daospedali e industrie. “In questo momento abbiamo 30 e più siti di stoccaggio – ha chiarito- a cosa bella sarebbe ridurli a uno. Altrimenti, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud. E’ una valutazione da fare” perché ce lo chiede anche l’Unione europea. E piazzando le scorie in tre depositi invece che in uno, il Ministero realizzerebbe impianti più piccoli e più accettabili per i cittadini.

In ogni caso, ha precisato Pichetto, “va avanti la procedura di Valutazione di impatto ambientale sui 51 siti”, quelli
individuati nella Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) preparata dalla Sogin. La mappa individua 51 siti in 6 regioni:
Basilicata, Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna, Sicilia. “Su quella valutiamo”, ha concluso il ministro.

Poi ha aggiunto: “Sul deposito di scorie ad alta radioattività, provenienti dalle centrali dismesse, “possono esserci soluzioni diverse. Possiamo anche lasciarle in Francia, facendo pagare noi e i nostri figli a vita”.

Stefania Losito

 
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