Dall’indagine emerge anche che legge meglio chi usa tablet e pc
Le bambine sono più brave a leggere e comprendere i testi dei maschietti e chi arriva da un contesto socio economico più sviluppato ottiene risultati migliori nello studio.
. È quanto emerge dall’ultima indagine IEA PIRLS – Progress in International Reading Literacy Study, condotta dal centro studi internazionale dell’istituto di ricerca IEA – International Association for the Evaluation of Educational Achievement. Per l’Italia, lo studio è stato condotto da Invalsi.
sono stati esaminati circa 400mila alunni a livello globale di età compresa tra i 9 e i 10 anni, ha riguardato in Italia circa 4mila studenti alla fine della quarta primaria, unitamente a 442 insegnanti in 222 scuole e 5.152 genitori. I risultati sono stati presentati questa mattina presso l’Auditorio dell’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma, in contemporanea alla diffusione mondiale della rilevazione. Gli studenti hanno svolto una prova di comprensione della lettura rispondendo a un questionario somministrato tramite computer.
la fotografia che emerge dallo studio racconta che le bambine raggiungono risultati superiori nella comprensione della lettura rispetto ai loro compagni di scuola maschi. Le femmine in Italia sono 7 punti in media di più sui maschi.
Inoltre, il 46% delle bambine dichiara di sentirsi sicura nella lettura, contro il 40% dei bambini.
A livello generale, in Italia, la media dei bambini che dichiara di sentirsi sicuro nella lettura e’ il 49%, al di sopra del dato internazionale che si ferma a 43.
Dal punto di vista dell’abitudine alla lettura, gli insegnanti dichiarano di far leggere in aula, almeno una volta a settimana, sia racconti brevi che libri di narrativa divisi in capitoli.
Una pratica che sembra dare i suoi frutti anche quando i ragazzi escono da scuola. Il 63% degli studenti, infatti, dichiara di leggere in maniera autonoma almeno una volta a settimana “per divertimento” e il 74% “per scoprire cose nuove su quello che vogliono imparare”.
chiaramente sul risultato influisce anche l’abitudine alla lettura già dentro le mura domestiche. I bambini che hanno avuto genitori che leggevano loro dei libri da piccoli, ottengono un punteggio maggiore (+23 a livello globale, +16 in Italia). Parallelamente, la ricerca restituisce un’istantanea in cui famiglia e condizioni socio-culturali influiscono sul rendimento scolastico, arrivando ad avvantaggiare o svantaggiare gli alunni. Gli studenti con uno status socioeconomico e un background culturale familiare considerato più basso ottengono risultati inferiori, con 64 punti in meno sulla scala di lettura rispetto ai loro coetanei provenienti da famiglie con uno status considerato superiore.
In linea generale, i piccoli alunni del nostro Paese si dimostrano curiosi e attenti verso il mondo dei libri, con il 41% dei bambini che dichiara di amare leggere: all’interno di questo campione, il 47% sono femmine e il 37% maschi.
Dallo studio emerge anche che gli studenti che non usano i dispositivi digitali per attività scolastiche ottengono risultati migliori in lettura; gli studenti che frequentano scuole dove c’è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie benestanti hanno in media punteggi di lettura più alti (+ 31 punti) rispetto a quelli che frequentano scuole dove c’è una maggioranza di studenti provenienti da famiglie economicamente svantaggiate.
Angela Tangorra