In Italia, dopo la fine dell’emergenza sanitaria legata al Covid, è tornata a diminuire la percentuale di prodotto interno lordo dedicata all’istruzione ed è pari al 4,1%, a fronte di una media europea del 4,8. A dirlo è un rapporto di ‘Save the Children’, secondo cui a questo dato va aggiunta la carenza di servizi come asili nido, mense e tempo pieno. La ripresa dell’anno scolastico, il primo dalla fine ufficiale dello stato di emergenza, non ha cancellato, secondo il report, l’impoverimento educativo generato dalla pandemia sull’apprendimento e sul benessere psicologico degli studenti, soprattutto tra i minori in svantaggio socio-economico.
Nell’anno educativo 2021/22, si legge, la copertura nelle strutture educative 0-2 anni pubbliche e private è pari a 28 disponibili per 100 bambini residenti, ancora lontano dal nuovo obiettivo stabilito a livello europeo del 45% entro il 2030. Solo il 38,06% delle classi della scuola primaria è a tempo pieno e poco più della metà (54,9%) degli alunni della primaria frequenta la mensa scolastica. La dispersione scolastica in Italia, secondo ‘Save the Children’ è pari all’11,5%, mentre la media europea è del 9,6%. Secondo dati Invalsi del 2023, l’8,7% degli studenti si trova in condizione di dispersione implicita. Un dato, quest’ultimo, in calo rispetto allo scorso anno, ma ancora alto rispetto al 7,5% registrato nel 2019, prima della pandemia.
La scuola italiana, sempre secondo il report, è alle prese con un numero sempre minore di studenti a causa del calo demografico. Rispetto al 2016, quasi 71mila bambini in meno hanno varcato la soglia della scuola elementare e le classi sono sempre più multiculturali. I minori stranieri sono più di 800mila, pari al 10,6% tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Il mancato riconoscimento della cittadinanza italiana, per l’organizzazione, ha un impatto sul successo scolastico e segna il loro percorso di crescita. In Italia solo il 77,9% dei bambini con cittadinanza non italiana è iscritto e frequenta la scuola dell’infanzia contro il 95,1% degli italiani, sperimentando così, fin dai primi anni di vita, percorsi scolastici ed educativi diversi. Tra gli studenti con background migratorio si registrano maggiori ritardi scolastici, casi di dispersione e abbandono scolastico. Mentre gli studenti di origine italiana in ritardo nell’anno scolastico 2021/22 rappresentavano l’8,1%, quelli con cittadinanza non italiana erano il 25,4%. Nella scuola secondaria di secondo grado il divario aumenta: gli studenti di origine italiana in ritardo rappresentavano il 16,3%, quelli con cittadinanza non italiana il 48,4%.
Intanto ‘Save the Children’ ha lanciato oggi una campagna per la cittadinanza. Con la petizione “Cittadinanza italiana per i bambini nati o cresciuti in Italia. È il momento di riconoscere i loro diritti!” l’organizzazione chiede al Parlamento di riformare la legge sulla cittadinanza italiana e consentire a bambine, bambini e adolescenti nati in Italia o arrivati nel Paese da piccoli, figli di genitori regolarmente residenti, di diventare italiani prima del compimento della maggiore età.
Vincenzo Murgolo