
Dopo 135 giorni a capo del Doge, il dipartimento per l’efficienza governativa americana, il re del tech Elon Musk lascia, ma non poteva mancare l’ultima apparizione di una delle coppie più strane della politica nello Studio Ovale.
“Elon è fantastico! Sarà sempre con noi e ci aiuterà ogni giorno”, ha dichiarato The Donald salutando l’uomo più ricco del mondo. “Elon è uno dei più grandi imprenditori al mondo”, ha aggiunto elogiando il miliardario per il suo lavoro al
dipartimento speciale. “Ci vorranno anni per ricostruire il sistema ma abbiamo iniziato ed Elon ha impresso un cambiamento colossale”, ha chiarito il presidente assicurando che “i tagli federali diventeranno permanenti”. “Elon farà
avanti e indietro, il Doge è la sua creatura”, ha detto ancora il tycoon consegnando al miliardario “la chiave della Casa
Bianca” che nel 2020 donò anche a Benyamin Netanyahu. Nella sua divisa d’ordinanza, con il cappellino nero senza però la scritta MAGA (‘Make America Great Again’) ma con quella ‘The Doge father’ (citazione da ‘The Godfather’, ‘Il padrino’) sulla maglietta sempre nera, il magnate ha assicurato che la sua uscita non è “la fine” del dipartimento e che lui resterà “consigliere ed amico” di Trump.
L’unico momento di tensione è stato quando un reporter gli ha chiesto di commentare l’articolo del New York Times sul suo uso di droghe. Visibilmente irritato, non solo non ha risposto ma ha anche accusato il prestigioso quotidiano di
“scrivere bufale, come quella del Russiagate”. Per il giornale, Musk, durante la campagna elettorale, avrebbe fatto uso di ecstasy, funghi psichedelici e soprattutto ketamina, pur essendo per sua stessa ammissione contrario alle droghe illegali. ‘Il consumo andava ben oltre l’uso occasionale’, scrive il giornale.
La luna di miele tra i due uomini più importanti al mondo ha cominciato a vacillare già un mese fa con l’attacco sui dazi, poi con il maxi-accordo ad Abu Dhabi con l’OpenAI di Sam Altman, l’ex socio divenuto un nemico, annunciato durante il viaggio di Trump, infine con le critiche alle legge di bilancio, quel “one, big, beautiful bill” al quale il presidente americano tiene moltissimo. Per non parlare della tensione con gli altri membri della squadra di Trump. Secondo quanto riferito al Daily Mail da Steve Bannon, l’ex stratega capo nella prima amministrazione Trump, Elon
avrebbe preso a spintoni un mese fa il segretario al Tesoro Scott Bessent dopo esser stato messo alle strette per le sue
promesse esagerate sul risparmio di “un trilione di dollari” per le casse dello Stato. Dell'”acceso litigio” di aprile erano
filtrate notizie sui media ma non si sapeva finora che i due fossero venuti alle mani. “Bessent lo ha affrontato e gli ha
detto: ‘Ci avevi promesso un trilione di dollari di tagli e ora sei fermo a 100 miliardi. Che cosa stai facendo?”, ha riportato Bannon: “A quel punto Musk è venuto alle mani. Non è stato una discussione, ma un confronto fisico”. L’alterco, secondo il Daily Mail, sarebbe avvenuto fuori dall’ufficio della capo di gabinetto Susan Wiles e poi fuori da quello dell’allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz. Ironia della sorte, nella sua ultima apparizione accanto a Trump, Musk aveva un grosso livido sull’occhio che, ha spiegato, è stato causato da suo figlio X. “Anche un bimbo di cinque anni può fare questo”, ha scherzato. Ma sulla scelta di lasciare, potrebbe aver pesato anche l’esborso di oltre 270 milioni di dollari per la campagna di Trump, coniugato con la crisi dei ricavi di Tesla e i test falliti di Starship che allontanano il sogno del miliardario di arrivare su Marte.
Stefania Losito