Via libera definitivo dell’Eurocamera all’accordo sullo stop ai veicoli a benzina e diesel di nuova immatricolazione a partire dal 2035. Per i bus scatterà dal 2030. Salvini parla di “decisione folle e sconcertante contro industrie e lavoratori
italiani ed europei a vantaggio delle imprese cinesi”.
L’addio dell’Europa ad auto e furgoni nuovi a benzina e diesel dal 2035 – suggellato dal voto finale della plenaria del Parlamento europeo dopo una lunghissima trafila legislativa – è diventato definitivo. E la Commissione europea propone che dal 2030 anche gli autobus dovranno essere a emissioni zero e per i camion ci sarà un taglio del 90% delle CO2 entro il 2040. Bruxelles ha gia’ rilanciato, giocandosi il carico da novanta sui mezzi pesanti: anche i bus cittadini dovranno essere a zero emissioni dal 2030 e per i camion le emissioni di CO2 dovranno scendere in modo progressivo del 45% nel 2030, del 65% al 2030 e del 90% al 2040.
Secondo L’Ue, dunque, per arrivare a emissioni zero entro il 2050, è necessario lo stop a benzina e diesel per auto e furgoni nuovi dal 2035, con un target intermedio al 2030, termine entro il quale i costruttori dovranno ridurre del 55% le emissioni delle nuove auto immesse sul mercato e del 50% quelle dei nuovi veicoli commerciali. L’unico appiglio per una possibile revisione resta allora la roadmap per il monitoraggio di Bruxelles, che entro il 2025 presentera’ una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di Co2 durante tutto il ciclo di vita delle auto e dei furgoni venduti sul mercato continentale e nel 2026 valuterà anche la possibilità di mantenere motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti (e-fuels).
Dai banchi di Strasburgo un’opposizione con il voto contrario di tutti gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. La contrarietà della maggioranza di governo non è tuttavia bastata a cambiare il corso degli eventi: gli eurodeputati hanno votato sì con 340 voti a favore, 279 contrari e 21 astensioni.
Ora il governo italiano deve correre ai ripari con una “exit strategy” gia’ disegnata dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto. Le direttrici da seguire sono, nelle sue parole, due: “una maggiore gradualita’ nello stop alla commercializzazione dei veicoli” e “spingere al massimo nella produzione dei biocarburanti, che rappresentano una filiera pulita che consentirebbe di mantenere l’attuale impostazione del sistema produttivo dell’automotive”. Un modo anche per salvare quei posti di lavoro finiti al centro anche di un tavolo tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con Stellantis. E che restano in cima alle priorita’ anche per tutto il comparto che, negli auspici dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia), resta aggrappato all’appiglio delle possibili revisioni intermedie Ue, a partire dal 2026.
Stefania Losito