Meloni: parole importanti, se ha elementi li metta a disposizione. Da Parigi: fornite sempre tutte le informazioni
Non c’è ancora giustizia né pace, dopo quarant’anni, per le vittime innocenti di Ustica. “Perché continuare a nascondere la verità? È arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato. Potrebbe farlo Macron. E potrebbe farlo la Nato. Chi sa ora parli: avrebbe grandi meriti verso le famiglie delle vittime e verso la Storia”.
Sono le dichiarazioni dell’ex premier Giuliano Amato, che rivela a Repubblica la sua versione della strage del 1980. “La versione più credibile – afferma – è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani. Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario”.
“Gheddafi – prosegue Amato – fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig finì
per colpire il Dc9. L’ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese”.
“Da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario
ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba. Capivo che c’era una verità che andava schermata. E la nostra aeronautica era schierata in difesa della menzogna”.
“Avrei saputo più tardi, ma senza averne prova – dichiara ancora – che era stato Craxi ad avvertire Gheddafi. Non aveva interesse che venisse fuori: sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio”.
“Non era del tutto irragionevole che i generali, per tenere al sicuro il segreto, si guardassero bene dal condividerlo con i politici”, prosegue, e la politica, da parte sua, “non aveva convenienza a sapere fino in fondo. In ogni modo la verità
risultava scomoda. Ed era meglio lasciarla sepolta”.
Si scelse di restare fedeli alla Nato, sostiene Amato: “Un apparato costituito da esponenti militari ha negato ripetutamente la verità. Tutte queste persone hanno coperto il delitto per una ragion di Stato. Non giustifico e tuttavia comprendo le spinte che portarono all’occultamento della verità, ma 40 anni dopo è difficile da capire. Mi chiedo perché Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia – conclude Amato – non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia. O dimostrando che questa tesi è infondata oppure porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo”.
“Sono parole molto importanti quelle dette da Amato ed è una corretta ricostruzione di tutto quello che nelle carte c’è, che sappiamo da anni” cioè “che il Dc9 è stato abbattuto” e che, secondo la ricostruzione di Francesco Cossiga del 2009 “sarebbero stati i francesi”. Così Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage
di Ustica, commenta l’intervista all’ex presidente del Consiglio. “Con questa nuova sollecitazione importantissima – aggiunge Bonfietti – si tratta di far tornare con forza l’attenzione sulla vicenda e di far capire che la nostra dignità nazionale è stata molto lesa dai comportamenti degli alleati”. Ora, sottolinea, occorre “chiedere con forza ai francesi e al presidente Macron di attivarsi maggiormente per assumersi le loro responsabilità. È fondamentale e importante che insieme a me lo cominci a urlare anche qualcun altro. E Giuliano Amato è sempre stato una grande presenza per noi”.
Tra le affermazioni di Amato, Bonfietti è rimasta colpita dalle rivelazioni su Craxi. “Non sapevo – dice – come lui sostiene, che fosse stato Craxi ad avvisare Gheddafi” del piano di farlo fuori, perché “nella ricostruzione di Cossiga era stato il generale Santovito quella notte ad avvisare il leader libico”. E sul punto interviene anche Bobo Craxi: “E’ già scritto anche sui libri di Storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986”.
Ora, conclude Bonfietti, “mi aspetto qualcosa dalla Francia e mi aspetto che il Governo della Repubblica si attivi per farsi rispondere. Non è bello che i nostri alleati ci trattino così”.
“Quelle confessate da Giuliano Amato sono tutte fandonie che non hanno retto nel dibattimento penale nel quale è emersa incontrovertibile, perché ampiamente provata, la verità che quel velivolo è stato vittima di un attentato terroristico con una bomba a bordo”, commenta il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e presidente dell’Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica. “Sono andato – spiega Tricarico – a scorrere l’audizione di Amato nel 2001 davanti al pm Rosselli che indagava su Ustica e non ho trovato traccia di buona parte delle cose che ha detto a Repubblica. Non capisco come sotto giuramento non abbia avvertito la necessità di rendere al pm le verità di cui oggi è fermamente convinto”.
Secondo il generale è “preoccupante per la democrazia del Paese” l’uscita dell’ex presidente del Consiglio. “Auspicherei – osserva – che qualcuno possa capire cosa c’è dietro e perché proprio oggi. Risponde forse ad una strategia per mettere in difficoltà la premier Giorgia Meloni con il presidente francese Emmanuel Macron? O è in relazione agli indennizzi disposti per i ministeri condannati? Bisognerebbe comprenderlo”.
“Se Amato è in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento li metta a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti”. E’ questo il commento del Presidente del consiglio, Giorgia Meloni.
“Quelle di Giuliano Amato su Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Però precisa che queste parole sono frutto di personali deduzioni” ha detto ancora Meloni.
Nel pomeriggio è arrivata una nota del Ministero degli Esteri francese che ha fatto sapere che “su questa tragedia la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto”. Il ministero ha aggiunto che ogni informazione è stata fornita “soprattutto nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l’Italia se ce lo chiederà”.
Stefania Losito (aggiornamento: Gianvito Magistà)