Via libera definitivo dell’Aula della Camera al decreto legge che contiene misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica, il cosiddetto dl Caldo. I voti a favore sono stati 164, 94 i contrari, 17 gli astenuti.
Tra gli interventi previsti dal decreto, quelli per mettere in sicurezza i lavoratori dal caldo estremo attraverso il ricorso alla cassa integrazione per motivi climatici. Anche per le imprese dei comparti edile, lapideo e delle escavazioni, per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo luglio 2023-31 dicembre 2023 e determinate da eventi oggettivamente non evitabili, non si applicano i limiti di durata previsti dalla normativa generale per i trattamenti ordinari di integrazione salariale. Giova ricordare che per gli altri settori è già previsto a regime che i suddetti limiti di durata non si applichino in caso di eventi oggettivamente non evitabili e, in questi casi, non è dovuto il contributo addizionale previsto a carico dei datori di lavoro ammessi ai trattamenti, ordinari o straordinari, di integrazione salariale).
Il testo estende poi in via transitoria con riferimento alle sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel
periodo dal 29 luglio 2023 al 31 dicembre 2023, l’applicabilità del trattamento di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti agricoli a tempo indeterminato (Cisoa) anche ai casi in cui l’attività lavorativa sia ridotta, a causa di intemperie stagionali.
I ministeri del Lavoro e della Salute sono chiamati a garantire la convocazione delle parti sociali per favorire la sottoscrizione di intese tra le organizzazioni datoriali e sindacali sulle linee-guida in materia di salute e sicurezza sul
lavoro, valutando anche la correlazione tra l’umidità relativa, la temperatura e la ventilazione, a tutela dei lavoratori che sono esposti alle emergenze climatiche.
Con lo stesso provvedimento è stato differito al prossimo 30 novembre 2023 il versamento della quota del contributo di solidarietà posto a carico degli operatori nel settore energetico, mentre è stato prorogato, al 30 ottobre, il termine
per il versamento di importi dovuti a titolo di pay-back dalle aziende fornitrici di dispositivi medici al Servizio sanitario
nazionale. E’ stato inoltre differito al 30 settembre del 2023 il termine entro il quale risorse per un miliardo di euro,
destinate ad assicurare un contributo in quota fissa in caso di prezzi del gas elevati, debbono essere trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea).
Stefania Losito