Dj, cantante, speaker radiofonico, conduttore tv, inviato tv, imprenditore e ora… politico. O meglio, fondatore di un movimento popolare che nasce su Facebook. Nei giorni scorsi i followers di Francesco Facchinetti, figlio di Roby dei Pooh, hanno visto pubblicata una lettera in cui l’autore della “Canzone del capitano” ha spiegato le ragioni per cui sente di dover fare qualcosa per l’Italia e per i giovani italiani.
Innanzitutto si è presentato: “Ciao mi chiamo Francesco e sono prima di tutto un padre. Ho 2 figli, Mia e Leone, e tra pochissimo verrà al mondo una nuova creatura: una bimba. Da quando sono diventato padre, la prospettiva con cui guardavo il mondo è totalmente cambiata. Prima cercavo a tutti i costi di raggiungere risultati che potessero cambiare solo la MIA vita: diventare famoso, vendere dischi, presentare programmi, etc etc. Ho passato più di 10 anni a correre solo per me senza guardarmi attorno. Poi sono diventato padre e tutto è cambiato”.
Adesso che è papà le cose si sono dunque evolute: “Le priorità si sono totalmente capovolte e la cosa più importante da essere io è diventata la Vita e il Futuro dei miei figli. Ed è su questo ultimo concetto che vorrei soffermarmi: essendo i miei figli dei bambini italiani allargherei il concetto al futuro di questo paese.”
Come tutti i genitori, anche Francesco è evidentemente preoccupato per le sorti dei ragazzi italiani e scrive: “Non posso pensare che non ci sia una prospettiva, che non ci sia un Paese che abbia voglia di aiutare, stimolare e premiare i giovani. I Giovani al giorno d’oggi sono come delle Ferrari chiuse in un garage. Sanno di essere potenzialmente pronti per vincere il GranPremio ma nessuno vuole aprire quella chiave: Io invece lo voglio fare! In più siamo un popolo ricco di persone speciali e parlo di tutti quelli che ogni giorno si rimboccano le maniche per mandare avanti questa Italia e lo fanno in silenzio, senza sbraitare o protestare. Lo fanno da sempre e da sempre si accollano gli errori fatti da altri.”
Poi fa un riferimento ai giornalisti che si sono occuparti del suo movimento e chiarisce le origini e le motivazioni della sua scelta: “In questa settimana un sacco di giornali hanno scritto che il nostro movimento è qualcosa di politico, nato con un obiettivo ben preciso: fare politica. Questo assolutissimamente non è vero e vi spiego subito perché: La politica al giorno d’oggi non risolve le cose ma le peggiora. Una volta lo faceva, quando c’erano delle ideologie e il cittadino era messo al centro di tutto. Ora la pianta è talmente marcia che se cerchi di guarirla finisci per ammalarti tu. Per cui abbiamo deciso di risolvere le cose come facevano i nostri nonni: lavorando. Per questo motivo stiamo cercando di creare il nostro movimento, dove tutti siamo sullo stesso piano e tutti abbiamo potere di parola e decisione. Un movimento che analizza i problemi e cerca di risolverli. Un movimento che non grida ma ascolta. Un movimento che non condanna ma risolve. Un movimento che non è statico ma si muove.”
Il primo passo è cercare quindi un nome per il movimento del Capitano che, manco a dirlo, sarà scelto a colpi di like su Facebook.
Tempo fino a mercoledì 9 marzo e poi ne sapremo sicuramente di più.
Angela Tangorra