Seconda giornata a Mosca degli incontri Putin-Xi, allargati oggi alle delegazioni. “Guardiamo con interesse alle proposte della Cina per risolvere la crisi in Ucraina”, ha detto il presidente russo. Gelo da Washington: “Se Pechino lancia un appello per un cessate il fuoco, Kiev deve respingerlo”, replica il Consiglio per la sicurezza nazionale Usa spiegando che la tregua “ratificherebbe” le conquiste dei russi e darebbe loro tempo per riorganizzarsi.
La visita di Xi a Mosca, che durerà tre giorni, è cominciata con un primo incontro informale, ieri, e un colloquio di quattro ore e mezza, nel quale si sono dati reciprocamente del “caro amico”. Durante l’incontro, il leader russo ha
dichiarato di essere aperto a partecipare a colloqui sull’Ucraina e ha elogiato il documento stilato da Pechino, in
12 punti, su quella che continua a chiamare “operazione militare speciale”. La Cina, in particolare, promuove un appello al dialogo e al rispetto della sovranità territoriale di tutti i Paesi.
La linea della Cina è quella di ritagliarsi il ruolo di ‘parte neutrale’ ma Washington ha avvertito il mondo di non lasciarsi fuorviare dalle mosse di Pechino, che potrebbero essere una “tattica di temporeggiamento” per aiutare Mosca. Per il
segretario di Stato americano, Antony Blinken, la visita del leader cinese a Mosca “suggerisce che la Cina non sente la responsabilità di ritenere il presidente responsabile delle atrocità commesse in Ucraina” e per le quali è stato emesso un mandato di cattura internazionale. Per poi aggiungere: “E invece di condannare, preferisce fornire una copertura
diplomatica alla Russia per continuare a commettere quei crimini”. Gli Stati Uniti hanno anche accusato Pechino di voler esportare armi a Mosca, una teoria pero’ che la Cina ha prontamente smentito. Xi ha detto a Putin che il gigante
asiatico e’ pronto a “continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere una soluzione politica” della crisi ucraina, almeno secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale cinese Xinhua. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato la visita spiegando che sarebbe favorevole a colloqui con Xi, anche se non e’ ancora chiara l’intenzione, in tal senso, del leader cinese. Kiev ha dichiarato di aspettarsi che Xi usi l’influenza di Pechino per perorare la fine dell’offensiva di Mosca in Ucraina e di seguire “da vicino” la visita.
In viaggio per Kiev il premier giapponese Kishida, unico leader G7 a non aver ancora visitato l’Ucraina dall’inizio della guerra: oggi vedrà Zelensky per offrire “solidarietà e sostegno incondizionato” al Paese. Lo ha reso noto il ministero
degli Esteri nipponico dopo che la notizia del viaggio era trapelata attraverso le agenzie nazionali. Nelle scorse settimane ha subito crescenti pressioni per colmare questa lacuna anche considerando che il Giappone, il prossimo maggio, ospiterà il prossimo vertice a Hiroshima. Il premier aveva ripetuto più volte che una visita a Kiev era “stata presa in considerazione” ma le sfide logistiche e di sicurezza avevano, finora, rappresentato un ostacolo troppo importante. Kishida, di ritorno da un viaggio in India dove ha incontrato l’omologo Narendra Modi, sarebbe dovuto tornare a Tokyo, secondo i programmi. Invece, a sorpresa, è volato fino in Polonia dove ha preso un treno per arrivare in Ucraina. Il Giappone, gia’ da tempo, si e’ unito agli alleati occidentali nel formulare sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina, offrendo al contempo vicinanza a Kiev. Ha anche inviato attrezzature difensive e si e’ offerto di dare rifugio a coloro che fuggono dal conflitto. Tuttavia, non ha offerto sostegno militare, perche’ la costituzione postbellica del Paese limita il raggio d’azione del governo alla sola applicazione di misure difensive. L’anno scorso, in un discorso pubblico, Kishida ha avvertito che “l’Ucraina di oggi potrebbe essere l’Asia orientale di domani”, alludendo alla possibilita’ che la Cina possa invadere Taiwan. E a dicembre, mentre il Giappone rivedeva le sue principali politiche di difesa, il governo aveva esplicitamente avvertito che la Cina rappresenta la “piu’ grande sfida strategica di sempre” per la sua sicurezza.
Stefania Losito