Mentre continuano gli sbarchi a Lampedusa, oltre tremila nel fine settimana, è polemica sullo stato di fermo per la nave Louise Michel, finanziata dall’artista Banksy, nel porto di Lampedusa. Secondo la Guardia Costiera, “ha complicato il coordinamento dei soccorsi e violato le norme, doveva raggiungere Trapani ma si è diretta verso altri barconi”. “Ci impediscono di partire”, dice l’Ong. Sull’immigrazione, spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “noi ci troviamo ad affrontare un’emergenza da soli, ma da soli non siamo in grado di affrontare una situazione come quella attuale”. La Ue è “più forte dell’Italia, ci sono diverse rotte da gestire e controllare, a cominciare dalla rotta balcanica. È un interesse comune, di tanti Stati della Ue, quello di fermare l’immigrazione illegale”. E anche per questo il commissario europeo all’Economia Gentiloni oggi èin Tunisia, considerata costa di partenza delle navi dei migranti. Gentiloni incontrerà il presidente Kais Saied e la premier Najla Bouden con i quali discuterà di nuovi aiuti economici dell’Unione in cambio di riforme socio-economiche, come chiarisce anche il ministro Tajani: “Dobbiamo aiutare la Tunisia con finanziamenti da parte di Fmi e Banca mondiale, dando almeno i primi aiuti in attesa delle riforme e di una verifica dei passi avanti. Ormai è un cane che si morde la coda, l’emergenza finanziaria alimenta quella dei migranti. Tutti si stanno muovendo, non commettiamo l’errore di lasciare la Tunisia ai Fratelli musulmani. Si sta muovendo anche la Ue, oggi è andato Gentiloni – spiega il ministro degli Esteri – Anche la Francia sta guardando con maggiore attenzione al problema, dopo l’incontro di Macron con Meloni. Sugli americani posso solo dire che stiamo parlando con tutti, noi sosteniamo una soluzione di compromesso: dare un primo sostegno, perché i tunisini sostengono che senza soldi non possono fare le riforme. Se poi non intervengono la Ue o il Fmi e intervengono la Cina o la Russia come la mettiamo?”.
Intanto via al “click day” oggi per quasi 83mila ingressi di migranti sbloccati dal decreto flussi per questo 2023. Il numero, superiore di circa 13.000 unità rispetto alle 69.700 del 2022, è quello previsto dal nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) di programmazione transitoria dei flussi. Dei nuovi ingressi, oltre la metà (44.000, contro i 42.000 dello scorso anno) rappresentano le quote per il lavoro stagionale attese principalmente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico alberghiero. Un numero, tuttavia, ancora basso secondo le maggiori organizzazioni agricole, secondo le quali nelle campagne servirebbero 100.000 addetti. “In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi”, rileva la Coldiretti,
citando i dati del Dossier Statistico Immigrazione (Idos). Anche la Confagricoltura indica una “crescita elevata” della manodopera in agricoltura di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% dei lavoratori.
Stefania Losito