Una giacca nera, profilata di bianco. Una rossa, se magenta o porpora non si approfondisce per non incorrere in nuove polemiche armocromatiche. Meloni (in bicolore) e Schlein, nella biblioteca del presidente, si sono sedute l’una di fronte
all’altra, allo stesso tavolo, per la prima volta e per due lunghe ore. Chi ha assistito all’incontro ha parlato di clima cordiale e rispettoso. Su quel tavolo, il nodo delle riforme istituzionali, e soprattutto il premierato. “Guardate, questa non è una riforma che stiamo facendo per noi stessi: se dovesse andare in porto, sarebbe per entrare in vigore nella prossima legislatura, forse”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La segretaria dem Elly Schlein ha
preso nota delle sue parole. “Il clima è stato franco, di discussione franca sul merito delle cose”, ha poi raccontato. Si sono intrattenute un po’ a parlare, saluto con stretta di mano e sguardi dritti occhi negli occhi. La delegazione dem era composta da quattro persone – la segretaria e la capogruppo alla Camera Chiara Braga insieme al capogruppo al Senato Francesco Boccia e al responsabile riforme Alessandro Alfieri – mentre la formazione del governo era grande il doppio: con la presidente del consiglio e il ministro per le riforme Elisabetta Casellati c’erano i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (che ha lasciato a incontro in corso), il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il costituzionalista Francesco Saverio Marini.
La giornata della Meloni, che per dieci ore ha incontrato le opposizioni sui temi delle riforme, si chiude con la determinazione all’obiettivo “elezione diretta del premier”. “E’ una priorità del governo”, ha chiarito. “Autonomia e riforma delle istituzioni centrali” sono “un unico pacchetto”, chiude la Meloni. Pd e M5s non ci stanno, per Schlein “il Quirinale non si tocca”. Il leader dei Cinquestelle Conte propone una bicamerale e spunta l’ipotesi di una commissione ad hoc. Calenda, leader di Azione, dice “no al presidenzialismo”. “Sul presidente della Repubblica abbiamo segnato una linea rossa che non si può varcare”, ha chiarito in un’intervista al Corriere della Sera. Per Azione, “il sindaco d’Italia”, invece, come per Renzi di Italia viva, “è un modello possibile e auspicabile ma non è l’unico per dare stabilità e forza all’esecutivo”.
Stefania Losito
(Foto in copertina dalla conferenza stampa in diretta sulla pagina Facebook di palazzo Chigi)