Il Consiglio d’Amministrazione della Rai ha dato il via libera al pacchetto nomine per i direttori delle testate giornalistiche proposto dall’amministratore delegato Roberto Sergio.
Un voto spaccato, passato con soli tre voti a favore, quelli di Sergio stesso e dei due consiglieri di maggioranza Simona Agnes e Igor De Biasio. Tre anche i voti contrari della presidente Marinella Soldi, della consigliera in quota Pd Francesca Bria e del consigliere eletto dai dipendenti Riccardo Laganà. Si è, invece, astenuto Alessandro Di Majo, in quota M5s.
Qualche ora dopo le nomine, Lucia Annunziata annuncia le dimissioni dalla Rai. “Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni”, scrive Annunziata nella lettera inviata ai vertici della Rai “Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi – aggiunge, precisando che sono dimissioni irrevocabili – in particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestare a governare”.
Annunziata era in Rai da trent’anni e, dopo Fazio, è il secondo nome pesante a lasciare l’azienda pubblica.
Il pacchetto prevede la nomina di Marco Chiocci al Tg1, Antonio Preziosi al Tg2, Francesco Pionati al Gr, Jacopo Volpi a Rai Sport e la conferma di Mario Orfeo al Tg3.
GIAN MARCO CHIOCCI – Romano, classe 1964, figlio di Francobaldo inviato del Giornale e del Tempo, Chiocci approda
alla guida del tg della rete ammiraglia della Rai con l’imprimatur della premier Giorgia Meloni. Gli inizi alle Gazzette toscane di Longarini, poi le prime esperienze al Tempo, in Abruzzo, a Latina, a Frosinone per approdare poi a Roma a
occuparsi di cronaca giudiziaria e di inchieste su nera, sanità, sport. Nel 1994 passa all’Informazione di Mario Pendinelli, ma il foglio ha vita breve. Vittorio Feltri lo chiama allora al Giornale dove resterà per circa vent’anni, firmando tra l’altro
l’inchiesta su Affittopoli – incentrata sulle case di enti previdenziali concesse a prezzi stracciati a politici, sindacalisti, ministri, giornalisti – e seguendo diversi casi di cronaca giudiziaria, come il crac Parmalat e la vicenda Mps. In poco tempo diventa il più giovane inviato speciale del quotidiano milanese. È sua, nel 2010, l’inchiesta sulla casa di Montecarlo di Fini e Tulliani. Nel 2013 l’editore del Tempo, Domenico Bonifaci, lo richiama come direttore del quotidiano dove Chiocci aveva iniziato vent’anni prima: al giornale di Piazza Colonna Chiocci lascia il segno con inchieste, copertine e innovazioni come il lancio del vignettista Osho. Nel 2018 è indagato per favoreggiamento dell’ex Nar Massimo Carminati nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo. “Sono allibito”, il commento di Chiocci, assolto l’anno successivo perché “il fatto non sussiste”. Intanto diventa direttore di Adnkronos. Il 30 ottobre 2020, in piena pandemia, è autore di una storica intervista a Papa Francesco. Tra i riconoscimenti ricevuti, il Premio Sulmona di giornalismo 2015, per la sezione Carta stampata e web.
ANTONIO PREZIOSI – Preziosi arriva al vertice del Tg2 dalla direzione di Rai Parlamento, che guida dal novembre 2018. Nato a Taranto nel 1967 e cresciuto a Pisticci, nel Materano, è laureato in Giurisprudenza ed è giornalista professionista dal 1995. Inizia a collaborare con la Rai nel 1991 come programmista-regista a Radio2. L’anno successivo vince il concorso pubblico per il primo master della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia e nel 1994 è, per un anno, alla direzione Commerciale Rai. Nel 1995 è assunto alla redazione di Palermo dove è tra i conduttori del telegiornale regionale. Nel 1997 è chiamato a Roma alla redazione politico parlamentare del Giornale Radio, per il quale, quattro anni dopo, è inviato speciale con l’incarico di seguire l’attività della presidenza del Consiglio. Come inviato segue, tra l’altro, le Assemblee Generali delle Nazioni Unite tra il 1998 e il 2007, le riunioni del G7-G8 dal 1999, i Consigli Europei, i vertici principali leader europei e mondiali. Nel 2004 è nominato caporedattore. Nell’agosto 2009 gli viene affidata la direzione di Radio1 e della testata Giornale Radio: ricopre l’incarico fino a marzo 2014, lanciando nuovi format come le morning news di Prima di tutto, Start, la notizia non può attendere e A tutto campo – il Talk. Dall’aprile 2010 all’ottobre 2011 è anche direttore ad interim di Gr Parlamento. Nel dicembre 2015 diventa corrispondente dal Belgio, in qualità di caporedattore. Responsabile di corsi in diverse università italiane, è autore di numerosi libri e pubblicazioni su media, comunicazione e
attualità. Tra i riconoscimenti ottenuti, il premio Amalfi di Giornalismo e il premio Mimmo Castellano alla carriera. È
commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica.
Gianvito Magistà (aggiornamento Stefania Losito)