Si è sfilato soltanto Matteo Renzi dall’accordo sul salario minimo approvato dalle opposizioni per presentare una proposta di legge inseguita da tempo dalla segretaria dem Elly Schlein. Pd, Movimento 5 stelle, Azione, Avs e +Europa sottoscrivono il progetto che presto sarà protocollato negli uffici parlamentari. Il leader M5s, Giuseppe Conte, è soddisfatto per “la battaglia storica nel movimento, in cui ci siamo sempre cimentati dalle scorse legislature”. Schlein ha chiarito come la cosa importante per costruire una vera alternativa sia quella di non competere con il Movimento 5 stelle, ma la responsabilità vera è quella di trovare dei punti di convergenza, nonostante Conte ha chiarito che è stato il primo a proporre un progetto sul salario minimo legale. Ma su questo primo accordo raggiunto la segretaria del Pd sottolinea: “è un segnale molto forte che le opposizioni si uniscano sul salario minimo”. E fa un appello al governo affinché la proposta venga approvata: “In un momento in cui l’Italia affronta l’alta inflazione, il governo Meloni non
può stare a guardare: approvi la nostra proposta”. Anche Carlo Calenda, leader di Azione, chiede al governo Meloni
di aprire un “confronto di merito e senza pregiudizi”.
Una prova di unità tra le opposizioni che però non comprende Italia Viva e Renzi, che in una nota fa sapere che non firmerà la proposta sul lavoro insieme a Fratoianni, Conte e Schlein, come non firmerà proposte su giustizia o fisco con Meloni e Salvini. “Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa”. Per quanto riguarda il salario minimo, aggiunge che Italia Viva aveva già presentato alle elezioni “un testo diverso da quello annunciato in queste ore dalle altre opposizioni e in coerenza con il mandato elettorale”. E che
proporrà degli emendamenti alla proposta che sta per essere depositata in parlamento votando a favore solo dei punti su cui è d’accordo.
La proposta di legge nata dall’accordo si compone di sette punti, ma quelli cardine sono quelli che stabiliscono che al lavoratore di ogni settore economico dovrà essere riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore; e a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, si chiede comunque una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora.
Stefania Losito